Catania in tavola dagli anni ‘80 ad oggi: ripercorriamo la storia culinaria della città insieme al celebre Bar Ernesto

da | Mag 17, 2024 | Storie di oggi

Catania è sempre un po’ nostalgica. C’è sempre la tradizione dietro qualcosa di nuovo. Gli artisti, gli chef, gli imprenditori, e persino i maestri gelatieri catanesi, vengono spesso spinti da un ricordo, che poi lavorano, plasmano e trasformano in guizzo innovativo. 

Sarà che leghiamo tutto alle memorie familiari, ai gesti ripetuti, alle sensazioni, ai colori vivi della Sicilia che ci riempiono gli occhi mentre cresciamo. 

Ecco allora che le rivisitazioni in tavola diventano scintille che ci permettono di tornare indietro nel tempo, regalandoci emozioni confortanti e sorprendenti al tempo stesso. 

Da questo concetto è nata l’ultima idea di Serena Urzì, “Cavaliere del gelato” (con mention dell’Associazione italiana gelatier) e chef glacier dello storico Bar Ernesto sul lungomare di Catania. In occasione del 50esimo anniversario dell’attività, insieme alla sua famiglia ha dato vita a un percorso gastronomico che segue la linea temporale del cibo in tavola dagli anni ‘80 ad oggi, creando inoltre per la città un nuovo e nostalgico gusto di gelato: Terra dell’Etna 5.0.

“L’idea è sorta dopo aver trovato una foto storica che raffigura il team del Bar Ernesto negli anni ‘70. Da lì ho deciso di iniziare a organizzare la festa per questo grande traguardo, soprattutto per rendere omaggio a mio padre” – ci racconta Serena.

Bar Ernesto | Serena Urzì

Serena Urzì

 

Fondato del 1974 da Ernesto Risita e poi rilevato nel 1984 da Francesco Urzì, suo fidato dipendente da ben 10 anni, il Bar rimane fino ad oggi in mano alla famiglia Urzì, che con tanta passione e duro lavoro ha portato in alto il nome della città di Catania con grandi riconoscimenti a livello nazionale per i suoi preziosi e particolari gelati.

“Risita fu molto innovativo. Proveniente da Siracusa, negli anni ‘70 importò in città gusti ancora sconosciuti tra cui il gelato alla ricotta e quello al gelsomino” – afferma Serena Urzì – “Il locale nacque infatti come gelateria pura, facevano solo gelato e caffè. Poi mio padre ha inserito pietanze salate e dolci, seguendo la scia culinaria degli anni ‘80 e proponendo tutti i grandi piatti amati dai catanesi. Oggi, a 50 anni dalla sua apertura, abbiamo deciso di riproporli sotto forma di finger food.”

In occasione della loro festa, abbiamo ripercorso la storia della cucina catanese, assaporando le delizie del nostro passato.

Immancabile, in primis, il Cocktail di gamberi, il tipico antipasto degli anni ‘80, uno dei piatti simbolo dell’eleganza formale. In alternativa al classico piatto di salumi misti, negli anni ‘70/’80 venne proposta questa portata individuale presentata nella coppa di cristallo, con crostacei mignon e il tocco internazionale del ketchup. 

Bar Ernesto | Cocktail di gamberi

Cocktail di gamberi

Poi, il classico primo piatto della domenica: i tortellini con la panna, meglio conosciuti come Tortellini 3P (panna, piselli, prosciutto cotto), rivoluzionari in quanto hanno permesso di assaporare la pasta ripiena senza brodo. Noi abbiamo sbloccato un ricordo grazie a delle deliziose monoporzioni.

La ricetta del vitello tonnato è stata originariamente redatta nel 1891 da Pellegrino Artusi nella sua “Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. Il grande gastronomo romagnolo prescriveva “vitella di latte tenuta in infusione un giorno o due” in una salsa a base di acciughe, tonno sottolio, limone, olio e capperi. Un grande piatto che viene spesso riproposto dai più nostalgici. 

Bar Ernesto | Vitello tonnato

Vitello tonnato

Ricetta originariamente nata nel 1913, anno in cui la zarina Maria Alexandrovna venne in visita nel nostro Paese, il risotto alla zarina ebbe il suo periodo di splendore negli anni ‘80, quando le celebri pennette alla vodka spopolavano. Il risotto è infatti un primo piatto ricco di ingredienti e cremoso, preparato con la vodka, la panna e il salmone.

Bar Ernesto | Risotto alla zarina

Risotto alla zarina

Da non dimenticare le mille ricette ai funghi: penne alla bosciaiola, scaloppine, risotti. Il tipico sapore cremoso di queste pietanze è stato ricreato dal Bar Ernesto in maniera davvero originale, con un cappuccino salato ai porcini con fondo croccante.

Bar Ernesto | Cappuccino salato ai porcini

Cappuccino salato ai porcini

“In questa rivisitazione di menu, fatta di studio e ricerca, non poteva mancare il nostro “Terra dell’Etna” – sottolinea Serena – un gusto che mio padre inventò dopo l’eruzione e la conseguente pioggia di cenere e lapilli del 2002. Un gelato a base di amarena e un po’ alcolico legato ai gusti di quel periodo. Per creare la cenere utilizzavano lo zucchero della calza della befana.”

Da questa ispirazione nasce “Terra dell’Etna 5.0”, che racchiude le colture tipiche all’ombra del Vulcano oggi: la meravigliosa monoporzione, che sarà in vetrina tutto l’anno, è composta da gelato al pistacchio salato con cuore di mango e maracuja, e salsa ai frutti rossi. Il tutto ricoperto da una glassa al carbone vegetale.

Bar Ernesto | Terra dell'Etna 5.0

Terra dell’Etna 5.0

Chi meglio di Serena Urzì, poteva raccontarci questa storia? Lei, insieme alle sue sorelle Anna – anche lei parte del team in qualià di figura responsabile per la crescita del business – Floriana e Giorgia, è cresciuta all’interno del Bar, vivendo tutte le tappe evolutive del locale e lo sviluppo della proposta culinaria. 

“Mio padre è stato uno di quei genitori che richiedeva la collaborazione da parte di tutte noi, anche dopo la scuola e durante l’estate” – ci racconta – “Io sono laureata in giurisprudenza, ho esercitato la professione per tre anni e ho vissuto fuori. Poi, a un certo punto, ho sentito il richiamo alle mie origini. Avevo già una grande passione per l’arte del gelato, ma era rimasta in sordina. Oggi gestisco il laboratorio con due collaboratori”.

Bar Ernesto | Famiglia Urzì

Famiglia Urzì

 

Alla nostra domanda sul modo in cui Catania reagisce alle novità proposte dalla gelateria, risponde:

“Il gelato è un comfort food e spesso si è molto abitudinari: si scelgono i gusti a cui si è più affezionati, dal classico cioccolato e nocciola ad ingredienti che ci hanno accompagnato nel nostro percorso di crescita, come la Nutella. Tutto cambia quando noi attiviamo il racconto: mettiamo in vetrina un nuovo gusto, spieghiamo qual è l’idea e quali sono le preparazioni. Alla fine il cliente si incuriosisce”.

Anche Serena conferma, quindi, che noi catanesi siamo molto nostalgici, ma cerchiamo sempre qualcosa di nuovo che possa stuzzicare la nostra curiosità. Ciò avviene grazie soprattutto a figure come la sua che, tramite un’arte, hanno l’obiettivo di innescare un’emozione proveniente dal passato che possa anticipare il futuro.

La tradizione incontra l’inaspettato per diventare qualcosa di nuovo ed entrare poi nelle vite di tutti, così come è avvenuto per il gelato Terra dell’Etna.

Ancora una volta il cibo diventa strumento narrativo. Ci permette di viaggiare nel tempo e di rivivere ricordi. Ci permette di conoscere storie meravigliose come quelle della famiglia Urzì.