I talenti trovano spazio nell’iniziativa itinerante di ECHO Risonanze territoriali che prevede 3 tappe in questa nuova edizione.
Con la marginalità, in Sicilia, ci facciamo i conti da sempre.
Una regione marginale, spesso vista come un peso dal ricco e produttivo nord. Centri abitati marginali, privati sempre di più dei servizi più elementari. E poi quartieri e persone, anche queste lasciate ai margini rispetto al centro. La marginalità sulla nostra isola è una matrioska. C’è sempre qualcuno escluso da qualcosa, un talento, energie, potenzialità che potrebbero essere una risorsa e invece rappresenta un problema per un sistema che a sua volta è escluso da qualcos’altro.
Per farci una risata amara, si potrebbe dire che la marginalità è un nostro prodotto tipico.
Ma il genio fiorisce proprio in situazioni del genere, dove bisogna inventarsi una soluzione originale in mancanza di risorse. Allora, un progetto come ECHO- Risonanze Territoriali non poteva che nascere qui. Questo progetto nasce da un’intuizione condivisa: creare valore nelle aree più marginali della Sicilia, dove il terreno per la sperimentazione è più fertile, se non per virtù, quantomeno per necessità. Posti dove nulla è reale ma tutto è possibile; dove il vuoto si riempie di opportunità.
Gli ingredienti sono pochi, ma di qualità: tre borghi periferici e un evento itinerante. ECHO, è stato presentato da Spazio Vacante in collaborazione con Ortigia Sound System APS e ZO Centro Culture Contemporanee, finanziato dal Ministero della Cultura attraverso il Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) – Progetti Speciali, con il sostegno di ARS e Cantine Planeta. Il progetto si svolge nei borghi siciliani di Ferla (SR), Sperlinga (EN) e Sambuca di Sicilia (AG), puntando ad esplorare e rafforzare il legame tra il patrimonio culturale e le comunità locali attraverso interventi sonori innovativi.
I protagonisti di questo progetto sono il suono e le comunità locali. Attraverso il primo, si uniscono le comunità dei borghi e si rinnova il legame tra spazi ricchi di storia e cultura e le persone che li abitano. Si ridà, un ruolo, un senso, un’anima ai borghi. Il suono dà loro di nuovo un nome che sa di casa, di posto che si vive e non si abita soltanto.
A dare una nuova energia a questi posti sono gli artisti, che diventano residenti e vivono le cittadine, diventano parte di una nuova comunità. Ascoltano i suoni e le storie che percorrono ancora le vie come sussurri e li amplificano per creare performance sonore che fanno ripartire la storia del borgo e la rendono futuro.
Ma come reagiscono le persone? Chi popola questi borghi è, come è facile immaginare, per lo più anziano. Ma è questo che dà valore all’esperienza. Le persone, contrariamente a quanto si possa pensare, hanno accolto bene l’ iniziativa. Si sono mostrate propense ed aperte a nuovi incontri, collaborazioni ma soprattutto sono desiderose di raccontare, di parlare, di condividere le loro storie e tradizioni. In questi borghi c’è ancora un forte senso di comunità intesa come l’unione di tutti per il bene comune. Per questo, coinvolgerli nel progetto è fondamentale non solo per la valorizzazione del territorio ma soprattutto per aiutarli a resistere alla scomparsa e, anzi, rinnovare la loro identità. Le persone fanno i luoghi e i luoghi costituiscono le persone.
Il progetto prevede tre tappe, in ognuna di questa gli artisti in residenza raccoglieranno i suoni, le parole e il patrimonio culturale delle comunità per dare vita a delle performance sonore che amplificano le risonanze storiche e contemporanee dei luoghi:
L’appuntamento di Ferla del primo settembre ha riscosso un importante successo di pubblico: l’artista KMRU ha trascorso in residenza una settimana a Ferla, esplorando il territorio, raccogliendo suoni e storie locali.
Prossimi appuntamenti:
Sperlinga – 29/09: Il collettivo “Lero Lero” condurrà una residenza artistica di tre giorni a Sperlinga, concentrandosi sulla raccolta di storie orali, suoni locali e tradizioni legate al borgo.
Sambuca di Sicilia – 03/11: Il Fortino di Mazzallakkar ospiterà una performance sonora site-specific con gli artisti Sara Persico e Tony Elieh, che esploreranno il legame tra tradizione locale e nuove interpretazioni sonore, utilizzando l’architettura storica del fortino come cassa di risonanza naturale.
È sul piano esperienziale che questo progetto vuole portare un doppio risultato: da un lato costruire un’attenzione intorno a luoghi che potrebbero scomparire, dall’altro dare alle comunità che vivono nei borghi la consapevolezza che queste attività possono essere una nuova risorsa per loro. Il desiderio delle organizzazioni promotrici è proprio quello di creare collaborazioni con le comunità locali in ottica di co-progettazione di iniziative simili, farle diventare promotrici di sé stesse.
Le soddisfazioni più belle, racconta Rosario Sorbello di Spazio Vacante, vengono proprio dalle persone che ti fanno entrare nei loro racconti, nelle loro case, nella vita della comunità e nei loro luoghi di ritrovo come il bar, la piazza principale o la chiesa, ti accolgono come uno di famiglia.
Entrare in contatto con queste comunità ha qualcosa di magico, un ritorno alle radici più profonde della propria terra.
Per maggiori informazioni segui @spaziovacante @ortigiasoundsystem e @zocentroculturecontemporanee