Il Festival YoungaDays ha risuonato con un messaggio toccante proveniente dalla voce di Emily Mignanelli, pedagogista e autrice del libro “L’età dimenticata” (Feltrinelli). Durante l’ultima giornata dell’evento, Mignanelli ha delineato un parallelismo significativo tra l’agricoltura, l’ambiente naturale e i concetti di interconnessione e sostenibilità ambientale, evidenziando l’importanza di trattare la terra con rispetto per garantire un futuro sostenibile alle generazioni future.
Emily Mignanelli ha sottolineato l’urgenza di dare voce all’infanzia nella società contemporanea, evidenziando come Festival di questo tipo possano offrire agli adulti l’opportunità di confrontarsi con le proprie sfide personali che influenzano direttamente il destino dei bambini.
La pedagogista che in questi giorni è impegnata in un tour per la presentazione del suo ultimo libro, ha invitato i presenti a rielaborare la propria infanzia, affrontando le difficoltà legate ai rapporti familiari. Ha paragonato l’infanzia a un bosco che richiede tempo e cura per crescere, sottolineando l’importanza di affrontare questi processi evolutivi con pazienza e comprensione.
“Per me, l’infanzia rappresenta ancora la voce silenziosa nel nostro mondo sociale, perché i giovani non hanno voce in capitolo, non votano e subiscono passivamente le decisioni degli adulti. Se non iniziamo a fermarci e a riflettere sull’effettivo impatto delle nostre azioni sui bambini, il futuro sarà compromesso – ha dichiarato Mignanelli – Dalla rielaborazione della nostra infanzia, tutti noi affrontiamo nodi legati al rapporto con i nostri genitori, a prescindere dal fatto che siamo genitori o meno. È fondamentale comprendere quali ferite siano state inflitte e se possiamo trattarle, proprio come si bonifica la terra per facilitare la rinascita di flora, fauna e degli habitat che ospitano lombrichi e insetti”.
Emily Mignanelli durante il suo intervento ha introdotto il concetto di Jonas e l’euristica della responsabilità etica, sottolineando l’importanza di considerare le conseguenze a lungo termine delle nostre azioni per il benessere del pianeta e dei bambini. Ha enfatizzato che solo attraverso una profonda angoscia e la volontà di cambiamento possiamo costruire un futuro più consapevole e sostenibile. Mignanelli ha evidenziato il pensiero di Hans Jonas sulla responsabilità etica e sulle implicazioni delle nostre azioni. Come Jonas, ha invitato gli adulti a riflettere sulle conseguenze future delle loro decisioni, soprattutto per quanto riguarda l’infanzia, ribadendo l’importanza di una profonda responsabilità verso il futuro.
L’incontro “Ogni bambino che ascolti è un bosco che pianti”ha rappresentato un potente invito a considerare l’infanzia come un terreno fertile da cui trarre ispirazione e guarigione. Emily Mignanelli ci ricorda che solo affrontando le nostre radici possiamo sperare di costruire un futuro migliore, sia per noi stessi che per le generazioni a venire.