Presentato a Catania “C’era un futuro che non finiva mai”
scritto da Edoardo Nesi racconta Andrea Vecchio, uomo e imprenditore.
Lo scorso 7 dicembre il libro è stato presentato a Catania, a Palazzo della Cultura durante un talk moderato dal giornalista Salvo Toscano insieme al premio Strega – Edoardo Nesi – davanti ad un vasto pubblico di imprenditori, giornalisti e amici della famiglia Vecchio.
“Quella di Andrea Vecchio – annuncia Salvo Toscano – è una storia d’amore. Una storia d’amore per la propria terra e per la propria famiglia e questo sentimento emerge con forza dalle pagine scritte da Nesi. Una storia d’amore per una terra che è difficile da amare”.Eppure, quell’amore leggero e genuino sembra non pesare un giorno su Andrea Vecchio e sulla sua attività, come dice lo stesso fondatore di Cosedil Spa. La penna dello scrittore fiorentino ha raccontato l’essenza dei 60 anni di attività dell’azienda lasciando emergere le capacità imprenditoriali e umane di Andrea Vecchio che ha conosciuto al Parlamento quando entrambi sono stati eletti.
“Siamo stati candidati alla Camera con un partito che si è sciolto dopo sei mesi confluendo nel gruppo Misto – racconta Edoardo Nesi – e Andrea non sopportava molte delle lentezze del sistema e tutti notavano questa discrasia, ma nessuno la cambiava. Solo lui si opponeva. Questo atteggiamento era come una doccia fresca in un’estate calda”.“C’era un futuro che non finiva mai” non è un libro che intende cantare le lodi di chi ha successo – prosegue lo scrittore toscano – ma la storia di Cosedil è in qualche modo esemplare. Andrea affronta il fatto di essere un imprenditore in Sicilia; quindi, è in contatto con realtà terribili come la mafia, a cui si oppone con tutte le forze. Già questo basterebbe a scrivere non uno, ma dieci libri. C’è poi il modo in cui ha saputo lasciare l’azienda ai figli, una grande lezione per tanti”.
Ed è una lezione per tanti perché l’azienda di Santa Venerina è una realtà che fa rima con famiglia, con quel sentimento che emerge con forza anche dalle parole di Andrea Vecchio quando racconta i passi che lo hanno portato ad oggi e nel sorriso orgoglioso quando parla dei figli, di Gaetano e Silvia e di come conducono oggi l’azienda.È il sorriso di un bambino che ha la forza di un gigante e che, con lo stupore di un bambino, guarda ancora il mondo, forte della capacità di andare sempre oltre, per scoprire ciò che non conosce ancora.
Le pagine di “C’era un futuro che non finiva mai” iniziano con l’immagine di un badile, un piccone ed una carriola, simboli del viaggio che Andrea Vecchio stava per intraprendere nel 1965 e, lungo le pagine, quel viaggio non finisce mai perché è alimentato dalla passione e dal sogno, il sogno di quel futuro lontano in cui bisogna credere, sempre, e difenderlo dai dubbi e dalle incertezze per renderlo vicino. Vivo e reale.
In chiusura, l’intervento di Gaetano Vecchio, figlio di Andrea – direttore generale e Presidente di Confindustria Sicilia – oggi alla conduzione dell’azienda insieme alla sorella Silvia, è un sincero ringraziamento agli insegnamenti del padre e un suggestivo ricordo dei momenti più importanti della storia dell’impresa che si intrecciano in maniera indissolubile con la storia della famiglia.
E il ritratto di Gaetano che fa Nesi non è altro che un’immagine speculare di quello che il pubblico può vedere: “Con il suo sorriso entusiasta eppure timido racconta di essere rimasto la stessa persona che era da ragazzo, solo accompagnato dalla gioia inebriante d’aver avuto ragione a intraprendere come sognava di fare, eppure anche oggi che vive dentro al futuro che immaginò da giovane, in questo momento felice nel quale sarebbe lecito e comprensibile celebrarsi, non riesce a non parlare di suo padre”.