La scuola diventa un museo, accoglie la città e sviluppa nuove idee, inclusive e laboratoriali. Nel Liceo Francesco De Sanctis di Paternò, sono in mostra cinquantacinque reperti archeologici di epoca greca-romana, prima conservati nei depositi della regione siciliana e facenti parte di una collezione più ampia – circa duecentottanta pezzi – restituita alla collettività nel 2019, grazie al lavoro dell’Archeoclub d’Italia; si tratta di ceramiche, coroplastiche, monili e oggetti metallici.
Un’esperienza innovativa e per la prima volta in Italia, insieme al Liceo Tasso di Roma. Studenti, docenti, archeologi, architetti e dirigenti, insieme, per offrire un’opportunità alle comunità del territorio. L’iniziativa, fortemente voluta dalla Dirigente Scolastica, la prof.ssa Santa Di Mauro, ha visto come co-protagonisti il Soprintendente ai BB.CC.AA di Catania, l’architetto Irene Donatella Aprile e l’architetto Angelo Perri, presidente della sezione Ibla Major dell’Archeoclub d’Italia. L’iniziativa è stata finanziata dalla Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana e dall’Assessorato ai BB.CC. e dell’Identità Siciliana con il patrocinio della Fondazione Federico II e dall’Archeoclub d’Italia.
Per la città di Paternò è la prima volta in assoluto che vengono esposti reperti archeologici di questa fase storica, ad eccezione degli argenti di Paternò – oggi conservatori al Pergamonmuseum di Berlino – che furono ospitati, quasi per caso, nel 2005. Per la città un evento epocale e di rinascita, forse l’inizio di una nuova primavera per la ricerca e la cultura, un evento che sollecita ad andare oltre.
Quindi una doppia soddisfazione, per aver trasformato la scuola in un museo e per aver offerto ai tanti visitatori un atlante di bellezza straordinaria che racconta la memoria di una città sepolta. Un’occasione per studiosi, ricercatori e artisti, e per i tanti studenti delle scuole; un’opportunità per i genitori e i cittadini – provenienti da diverse località siciliane – di riappropriarsi di un patrimonio che sembrava perduto.
La mostra mette in evidenza la necessità di valorizzare il patrimonio culturale conservato nei depositi dei musei e delle soprintendenze, sconosciuto al grande pubblico, utile per promuovere quei territori culturali posti ai margini delle grandi città d’arte. Una modalità per rigenerare le aree interne, per consolidare l’identità, per riavviare gli studi sull’archeologia del paesaggio e sulla “Forma Urbis” di quelle realtà, che spesso, non sono oggetto dell’interesse accademico.
Ma tutto questo non è solo un evento museale – grazie anche all’allestimento espositivo, progettato e realizzato dal gruppo “officina 21” e da “Tra Art Restauri” – ma è anche un progetto didattico, portato avanti dalle archeologhe Rosalba Panvini, Michela Ursino e Letizia Blanco. In particolare, un progetto didattico inclusivo, innovativo e laboratoriale, in collaborazione con l’Archeoclub, all’interno del percorso PCTO (Percorsi sulle Competenze Trasversali per l’Orientamento) che gli studenti svolgono nel triennio del liceo linguistico e delle scienze umane, guidati dai professori Santa Longo, Angela DI Salvo ed Enrico Santaniello.
Gli studenti coinvolti – quelli delle terze AP, AL e CL, svolgono un lavoro prezioso e professionale, guidando il visitatore, partecipando attivamente alla progettazione e alla realizzazione della mostra e del catalogo. La scuola diventa museo, il museo educa alla bellezza, la bellezza ci rende felici.
La mostra è visitabile fino al 31 maggio nei locali del Liceo De Sanctis a Paternò, da giovedì a sabato, dalle 9.00 alle 13.00, prenotando QUI.