Eleonora Treppiedi, in arte Elenoiret, rappresenta una delle voci più fresche e originali dell’illustrazione contemporanea siciliana. Con ironia e sensibilità, ha dato forma a un nuovo racconto visivo della sua terra, trasformando espressioni popolari e modi di dire in immagini che sanno essere al tempo stesso universali ed evocative dell’anima siciliana, ma non solo.
Iniziamo subito dal tuo bellissimo payoff “La Sicilia non è mai stata così pop”, ce lo spieghi meglio?
Questo payoff è nato relativamente di recente rispetto al brand e a tutto il mio progetto. Ha origine da un pop-up che ho realizzato l’anno scorso a Palermo, dove il payoff era infatti: “Palermo non è mai stata così pop”. In seguito, l’ho ampliato per includere tutta la Sicilia. Nasce sicuramente dall’esigenza di esprimere in modo più conciso e incisivo il concept del mio progetto, che è iniziato quasi per caso e si è sviluppato, all’inizio, in modo indipendente dalla mia persona. In effetti, non ero del tutto consapevole della direzione che stava prendendo mentre lo realizzavo (ride, ndr).
In breve, posso dire che, oggi, quel payoff è il riassunto di ciò che è successo quando ancora non ne ero pienamente consapevole.
L’idea principale era quella di riprendere le espressioni, l’iconografia e l’immaginario siciliano, ma di reinterpretarli in una chiave pop, più contemporanea, prendendo le distanze dall’immaginario più classico e tradizionale.
Partendo dalla tua amata Palermo, sei riuscita con il suo personalissimo stile ad esplorare e intercettare un “mood” attuale capace di unire tradizione e visioni contemporanee che interpretano la Sicilia in una chiave davvero nuova e moderna. Com’è nato tutto?
È stato un processo nato da un’esigenza legata, innanzitutto, alla mia espressione personale e poi al desiderio di colmare un vuoto. Ho colto un posto all’interno della mia cultura, all’interno di quello che ero io, ho percepito un mood che poteva esistere e che, secondo me, valeva la pena perseguire e raccontare. Posso dire che il progetto è cresciuto insieme a me: una volta compresa la direzione, decidevo se seguirla e valutavo se mi piacesse davvero andare in quella direzione e proseguivo se ovviamente notavo un riscontro, perché si può fare tutta la creatività che si vuole ma se non c’è riscontro forse c’è qualcosa che non funziona.
Qual è stato il momento in cui hai capito che stavi andando nella direzione giusta?
Si è trattato più che altro di un momento di consapevolezza: dato che l’idea e il progetto funzionavano e ci avevo già investito del tempo, aveva senso farlo diventare qualcosa di concreto. In altre parole, investire tutto il mio tempo e avviare tutto ciò che serviva, come l’apertura della partita IVA, per trasformarlo davvero in un lavoro.
Anche se il progetto è nato un bel po’ di tempo fa, in realtà è diventato un vero e proprio lavoro solo negli ultimi tre anni. A un certo punto mi sono detta che valeva la pena investire su se stessi e su qualcosa in cui si crede. Secondo me, al di là dell’idea creativa, e del fatto che possa funzionare o meno, ciò che davvero fa la differenza è avere una struttura, un progetto a lungo termine e la capacità di reinventarsi soprattutto ora, dove questa cosa del “siciliano” è diventata anche lei una cosa un po’ trita e ritrita. Quello che cerco di fare è essere sempre attuale. La mia forza non sta solo nell’associare l’elemento siciliano alle illustrazioni, ma in tutto il brand che ho creato, che si basa su di me, sul mio stile di illustrazione. Insomma, tutto ciò che serve per pensare al progetto anche a lungo termine.
Creare illustrazioni, gestire la pagina social, le collaborazioni. Come riesci a fare tutto da sola?
È un punto dolente (ride, ndr). Una delle cose più difficili per me, sia in questo momento che in generale nella vita, è gestire i rapporti con le persone, soprattutto in ambito lavorativo. Da un lato, sento il bisogno di avere persone che possano permettere al mio progetto di crescere ancora di più; dall’altro, però, faccio fatica a vedermi nel ruolo di capo o a delegare compiti ad altri. L’ho fatto in passato e in realtà lo faccio anche adesso, considerando che alcune parti del mio lavoro sono delegate e collaboro con diversi professionisti esterni che mi supportano nella fase di stampa, non sono più solo fornitori, perché insieme abbiamo costruito tutto un sistema consolidato.
Tuttavia, quando lavori da sola, se commetti un errore, ne subisci solo tu le conseguenze e cerchi di arrangiarti. Ma quando nel progetto ci sono anche altre persone, sei responsabile anche per loro, e questo ti vincola un po’, perché ti chiedi più spesso: “Quanto posso azzardare?”
Qual è l’aspetto che trovi più interessante?
Quello che mi fa piace esprimere, e sono contenta che sia emerso, è che il mio racconto della Sicilia non è finalizzato solo alla Sicilia stessa. Quello che faccio può essere compreso anche da chi non è siciliano, perché il linguaggio che uso è più universale, capace di attrarre e raccontare qualcosa anche a chi non è legato a questa terra. Il fatto che il mio lavoro interessi ormai anche persone non siciliane, pur trattando principalmente della Sicilia, è forse ciò che trovo più interessante. Parte dalla Sicilia, ma non vi si limita né vi si conclude, e soprattutto non è un punto di arrivo.
Per scoprire di più sul progetto e rimanere aggiornati sulle ultime novità, potete visitare il sito ufficiale https://elenoiret.it/ o seguire il profilo Instagram @elenoiret