Suggestive e spettacolari, luminarie sontuose ed emozionanti, i “mosaici” di luce riflettono la bellezza iconografica della Sicilia. Domenico Pellegrino ci illumina sulla loro importanza.
La “sicilianità” è un concetto che riflette l’identità, la cultura e le tradizioni dell’isola più grande del Mediterraneo. La Sicilia è una regione ricca di storia, arte, cucina e paesaggi mozzafiato che contribuiscono a definire la sua unicità e il suo fascino. Questo è uno dei principali motivi per cui Il Sud Italia sta ricevendo sempre più attenzione dall’UNESCO per il suo ricco patrimonio culturale e naturale.
Molte aree del meridione sono già patrimonio dell’umanità, e altre stanno emergendo come potenziali candidate per questo prestigioso riconoscimento. Recentemente la Commissione Nazionale Italiana UNESCO ha valutato e proposto l’iscrizione delle “Parazioni and traditional light displays of Southern Italy” alla Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, un’iniziativa che valorizza questa secolare tradizione delle regioni del Sud.
Le luminarie, con la loro sontuosa bellezza, rappresentano un elemento straordinario di arte e cultura popolare. Le intricate strutture luminose, con i loro disegni elaborati e i giochi di luce, incarnano lo spirito del barocco, caratterizzato da opulenza, complessità e teatralità. Questo stile è spesso associato alle celebrazioni e alle feste, trasformando gli spazi pubblici in scenari magici e affascinanti.
La bellezza barocca delle luminarie non solo è uno spettacolo visivo mozzafiato, ma anche un’esperienza sensoriale che coinvolge il pubblico in un viaggio emozionale attraverso la luce, il colore e la forma. Questi elementi oltre ad aggiungere fascino alle celebrazioni, arricchiscono il tessuto culturale delle comunità in cui sono presenti, rappresentando una forma d’arte e di espressione uniche.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare un artista della luce, scultore e creatore di istallazioni urbane luminose. Domenico Pellegrino, noto per le sue creazioni spettacolari e innovative che hanno contribuito a definire l’estetica delle luminarie moderne.
Pellegrino, ha lavorato su progetti in diverse parti del mondo, portando la sua visione creativa e il suo talento nell’illuminazione artistica a eventi, festival e celebrazioni di vario genere. Le sue opere sono spesso caratterizzate da un mix di tradizione e innovazione, combinando elementi classici delle luminarie con tecnologie moderne e approcci artistici contemporanei. Grazie al suo lavoro, Domenico Pellegrino ha contribuito a valorizzare e diffondere l’arte delle luminarie, rendendo omaggio alla loro bellezza e al loro impatto culturale.
Le luminarie Siciliane riflettono un concetto di identità e cultura della nostra tradizione. La loro candidatura a Patrimonio immateriale UNESCO accende le luci su ciò che di più bello ha l’isola più grande del mediterraneo. Questa iniziativa rappresenta un importante passo avanti nella valorizzazione e nella salvaguardia delle tradizioni artistiche del Sud Italia?
Sostengo questa candidatura e la ritengo un passaggio importante per consacrare il lavoro degli artigiani che continuano la loro “missione” mantenendo ed innovando la tradizione delle luminarie. Io guardo ancora oggi le strade adornate degli archi luminosi come un bambino, mi mettono gioia e allegria.
Ho scelto questo come medium della mia arte proprio per il sentimento di positività che stimola in ognuno di noi, guardare le luci delle feste patronali trasmette felicità. Non dobbiamo dimenticare che la luce è vita e speranza, e questo per me rappresenta appieno la spinta ad utilizzarla.
Un artista della luce, oltre le idee, le forme e l’arte, illumina anche gli ideali, quelli generosi, accoglienti e ricchi d’animo della Sicilia. Le parazioni luminarie rappresentano un legame tangibile con il passato artistico e sociale della Sicilia?
Le mie opere raccontano storie e leggende del Mediterraneo, partendo dalla tradizione, ho innovato il modo di utilizzare le lampadine delle luminarie. La luce delle mie opere illumina valori e messaggi che desidero trasferire allo spettatore. Dalle migrazioni al viaggio, dalla storia dell’uomo alla sostenibilità ambientale, dalla bellezza alla forza.
Iconic Woman, la mostra milanese conclusa il 26 aprile, è una rappresentazione dinamica che pone un tema purtroppo sempre attuale. È la dimostrazione che l’arte può fare luce su questioni sociali, come quello dei diritti delle donne sotto ogni aspetto?
La mia mostra non è portatrice di messaggi di denuncia palesi, ma è una mostra che consacra la forza delle donne, la loro bellezza intesa proprio come libertà di espressione. Ho scelto dieci donne impresse nella memoria collettiva di più generazioni per esprimere attraverso i loro volti luminosi la loro forza. La mostra che, proseguirà il suo viaggio a Favignana e poi a Palermo, desidera proprio raccontare attraverso una pluralità di linguaggi la bellezza, quasi a voler invitare tutte a “brillare” e godere della propria unicità.
Attraverso più linguaggi ho disegnato i volti di queste donne, la scrittura di Eleonora Lombardo ne ha tracciato i corpi, la voce di altrettante donne del mondo dello spettacolo ne ha caratterizzato l’anima, e la musica selezionata da Donatella Solima ha dato loro carattere. In questa mostra ho portato un’ ulteriore innovazione: la realtà aumentata.
I volti delle donne inquadrati dalla telecamera dello smartphone,“prendono vita” donando ai visitatori una narrazione immersiva emozionale. Ho fatto incidere una raccolta di vinili che racchiude la playlist dei brani, il contributo vocale di Stefania Auci, Giusina Battaglia, Stefania Blandeburgo, Emma Dante, Marianna Di Martino, Donatella Finocchiaro, Eleonora Lombardo, Stefania Petyx, Barbara Tabita, quello di mia figlia Anna Sofia Pellegrino e dei i bambini del Teatro Ditirammu che hanno letto i racconti.
sito web www.domenicopellegrino.com
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