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“Lo sapete, vero, che il cognome delle donne è una cosa che non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio.”
Quando ho letto “Il cognome delle donne” e ho individuato tra le pagine i luoghi palermitani descritti, ho pensato: “Che brava questa scrittrice palermitana, descrive in maniera davvero sincera gli scenari della vicenda”, oltre ad apprezzare la trama e gli argomenti trattati nel corso del romanzo.
Solo quando ho avuto il piacere di incontrare Aurora Tamigio, lo scorso 21 settembre, ho scoperto che vive a Milano sin da piccola ma ha un legame indissolubile con la Sicilia, che per lei è sinonimo di famiglia e di luoghi del cuore.
Seppur l’autrice non dichiari mai espressamente il nome della città e degli altri luoghi che fanno da sfondo alla storia, sono proprio l’affetto e i ricordi personali a permetterle di descrivere le vie, le piazze e le realtà di Palermo con gli occhi di chi la città l’ha vissuta davvero.
“Tra i luoghi descritti, quelli a cui sono più legata, sono quelli che ricordo delle mie vacanze, dei miei Natali: quindi la Noce, il Teatro Massimo con le stelle di Natale sulle gradinate, il Politeama. Sicuramente le zone che appartengono alla mia famiglia.”
Il cognome delle donne
Il suo romanzo segue il percorso tracciato da una famiglia siciliana, guidata da Rosa, nata all’inizio Novecento. Cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne dell’entroterra, aprirà un’osteria insieme al marito Sebastiano Quaranta: questo punto di ristoro diventerà un luogo di riferimento per la gente dei quattro paesi tutt’intorno.
Una realtà che ci porta in quei luoghi ormai quasi del tutto abbandonati in Sicilia, che spesso noi siciliani visitiamo per scoprire il paese di origine di un nonno o di un parente.
A breve distanza nascono i loro tre figli, Fernando, Donato e Selma, la quale sposerà poi Santi Maraviglia. La vicenda procede in maniera calzante, trascinando il lettore nelle vite dei personaggi.
Sarà lui a far spostare l’intero nucleo familiare in città, per permettere alle loro tre figlie Patrizia, delle tre sorelle la più battagliera, Lavinia, attraente come Virna Lisi, e Marinella, che si fa ragazza negli anni ottanta, di vivere una vita più vicina alle innovazioni “del continente”.
Tramite queste tre ragazze il lettore potrà camminare per le vie di Palermo, seppur le protagoniste stesse avessero una visione “limitata” dei luoghi.
Perché una visione limitata? La risposta ha a che vedere con l’emancipazione delle donne. Puoi scoprirla nel video intervista di Aurora Tamigio 👇
Trovi “Il cognome delle donne” di Aurora Tamigio, edito da Feltrinelli (2023), in tutte le librerie.
CREDITS
Location dell’intervista: Legatoria Prampolini, Via Vittorio Emanuele II, 333, 95124 Catania CT
Ufficio Stampa Feltrinelli per Aurora Tamigio: Giulia Recchioni
giulia.recchioni@feltrinelli.it
349/9835205
Video: Marco Foti
Foto: Francesco Fazio
INFO SULL’AUTRICE (dal suo libro “Il cognome delle donne”)
Aurora Tamigio è nata a Palermo nel 1988 e cresciuta a Milano. Successivamente alla laurea in storia dell’arte contemporanea, ha studiato sceneggiatura cinematografica. Dopo aver lavorato come autrice freelance per il cinema, oggi è copywriter e scrive per aziende del mondo della tecnologia e del design. È caporedattrice del magazine di informazione cinematografica Silenzioinsala.com e scrive cortometraggi (L’incontro, Homefish, Signorina Forsepotevo). Alcuni dei suoi racconti sono pubblicati su “La Balena Bianca”, “Crack Rivista” e “Il rifugio dell’Ircocervo”. Il cognome delle donne è il suo primo romanzo.