La Sicilia è da sempre terra di passaggio e crocevia di culture ed è proprio da tutto questo via vai che prende vita il nostro dialetto: il siciliano, meraviglioso crogiolo musicale di tante culture diverse, che si leggono ancora oggi attraverso la trama sottile delle differenze che il dialetto mostra da provincia a provincia.
Vi va di fare un giro insieme a noi, attraverso le parole più frequenti nel cantilenare siculo?
Compare: una parola che accomuna l’intera isola più di ogni altra è compare: parola usata per indicare un vecchio amico o una persona con cui c’è un rapporto piuttosto confidenziale, paragonabile allo slang “bro”, delle nuove generazioni. Nella parte orientale dell’isola sentirete usare principalmente la forma ‘mbare mentre in Sicilia occidentale si predilige l’uso del termine compà.
Questa parola tende a stabilire un rapporto immediato con una persona di cui ci fidiamo; è anche un espediente sottile ed efficace per sottolineare il contrario. In base al contesto, infatti, la parola può smettere di rimarcare il nostro affetto per qualcuno e permetterci di ironizzare sul fatto che sarebbe meglio se il nostro interlocutore mantenesse una certa distanza. “Capito, mbàre?”
Comu veni si cunta: se sei in vacanza, si sa, l’imprevisto è dietro l’angolo, ma voi non abbiate paura o preoccupazioni per quello che potrà accadere; accogliete ciò che succederà “proprio nel modo in cui si evolverà”. Il “cuntare”, qui citato a significare il racconto della vicenda”, vuole esprimere una capacità di leggerezza e accettazione.
È un modo per accogliere con il giusto spirito quello che la vita ci riserva e con pazienza, gestire il corso degli eventi, vivendo quello che capita per poi raccontarlo ai posteri.
Duci: una parola dal significato semplicissimo ma dal suono dolcissimo, per l’appunto vuol dire “dolce”. Questa parola viene usata sia per indicare il cibo ma più frequentemente le persone. Si perchè in Sicilia le persone non sono carine, gentili o amorevoli, in Sicilia le persone sono più semplicemente duci.
Ciauru: state camminando per le strade del centro ed è quasi ora di pranzo, nell’aria sentite già gli odori tipici di qualcosa di cucinato e molto probabile che sentirete dire questa frase: “chi ciauru!”, letteralmente che buon profumo, solitamente riferito al cibo ma anche a una buona fragranza. Perché in Sicilia il cibo è qualcosa che stuzzica tutti e 5 i sensi.
Pronti a vivere la vostra vacanza comu veni si cunta?