Micaela Spadoni | Non c’è niente che le mani dell’uomo non possano fare: intrecci, trame, contorsionismi di pollici, indici e medi che grazie alle loro abilità riescono a dar vita a oggetti meravigliosi, ognuno diverso dall’altro e quindi mai replicabili in serie.
La chiamano ‘the art of craft’, molti designer invece la identificano come ‘il ritorno alle origini’, sì perché nell’era della massificazione e del fast fashion l’artigianalità è l’unica cosa che ci può salvare, che ci può rendere italiani ‘liberi di fare’ ancora con le nostre mani. Una libertà che va preservata e tutelata come il bene più prezioso che possiamo avere, al pari di un brevetto. In Sicilia sono ancora tante gli ‘handcraft’ che andrebbero protetti e difesi, come ad esempio l’arte di fare i panieri intrecciando vimini e canna di bamboo come anche le coffe in paglia.
Per fortuna qualcuno ci ha già pensato. Il suo nome è Micaela Spadoni, catanese doc e dal 2014 crea borse e accessori avvalendosi dell’aiuto dei maestri cestai siciliani che ancora oggi realizzano a mano ceste e cestini di tutte le dimensioni.
“Sono sempre stata affascinata da questi oggetti che prima venivano utilizzati perlopiù nelle campagne per raccogliere ortaggi e primizie. Quando mio nonno mi portava in campagna ne avevo sempre un “panaro” tra le mani e mi portava pure a vedere questi vecchietti chini su se stessi e le dita piene di calli che con velocissime acrobazie ne creavano uno in un batter d’occhio. Restavo a guardarli incantata per ore. Sono rimasti lì immortalati nella mia mente per chissà quanto tempo poi all’improvviso ho deciso di usarli come borse per il daywear” confessa la designer siciliana.
E come la cantante e attrice britannica da poco scomparsa, Jane Birkin che amava passeggiare con al braccio un cestino anche Micaela camminando per le vie di Brera si è ritrovata di fronte ad una richiesta che col tempo poi sarebbe diventato il suo core business. “Studiavo alla Marangoni – che sicuramente mi ha aiutata per poi mettere in piedi la mia attività – e mi trovavo spesso in giro a Milano quando all’improvviso una signora mi ferma per chiedermi dove avevo comprato la mia borsa. Da quell’incontro fortuito ho cominciato a venderli ancor prima di laurearmi in negozietti di nicchia del centro.”
Una casualità dettata probabilmente dal destino che poi ha spinto la Spadoni ha focalizzarsi su questo genere di canestri, ceste, panieri, reinterpretandoli in chiave moderna e traghettandoli nel mondo della moda dalla porta principale, attraverso una continua contaminazione di materiali e stili. Ogni ordinazione, infatti viene evasa come pezzo unico quindi i tempi di consegna devono seguire e rispettare le regole del ‘su misura’ nonché il ritmo degli artigiani che le creano ma anche quelle di Micaela e del suo team che le “addobba e agghinda” con frange, pompon, passamanerie, tessuti vichy e tracolle che mescolano colori tradizionali a nuance fluorescenti.
“Tutto viene cucito a mano. Ciascuna decorazione, cordoncino, passamaneria non è mai uguale ad un’altra. Nulla è fuori posto, nulla è un di più: in Sicilia non lo è stato mai” svela Micaela che continua “lo showroom milanese ed i social mi sono serviti a farmi apprezzare da donne e uomini liberi, consapevoli, dalla personalità forte. Sono pensate per chi ha voglia di personalizzare un prodotto che possiede già una forte identità e una connotazione ben precisa.”
Adesso le creazioni della Spadoni si possono trovare sul sito che porta il suo nome, ma anche nel beach club più esclusivi sia in Italia che all’estero, ed è divertente provare ad inventare con lei un panier che per forma, dimensione e vivacità estetica non sarà mai uguale ad un altro nell’universo. L’unicità esiste e resiste ancora e spinge il craftsmanship a non svanire. Per fortuna!
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