Quando le città si aprono all’arte, alle retrospettive, alla bellezza vuol dire che c’è da ben sperare. Sono ancora vive e credono nel potere salvifico dell’arte in tutte le sue forme. Quel senso di straniamento, curiosità, consapevolezza e a volte turbamento sappiamo benissimo che spesso si può percepire solo guardando un’opera o un’istallazione. Ed ora più che mai se ne sente il bisogno. E qualora questo stimolo emotivo non sia annoverato come una necessità ci si deve forzare andando oltre i propri limiti anche di comprensione, avvicinandone spesso anche nipoti, figli, amici, conoscenti. E’ necessario. Punto. E’ una medicina e scintilla vitale per l’anima.
La città di Catania ha da poco accolto presso la Fondazione Oelle Mediterraneo Antico ETS all’interno dello spazio espositivo nell’hotel Four Points by Sheraton di Aci Castello (Ct), la mostra a cura di Anna Tusa: “ALL MY DREAMS”. E già il titolo la dice lunga se di mezzo ci sono i sogni e il mondo onirico. Le opere in mostra fanno parte della collezione di Renato Alpegiani affiancate a quelle dello stilista sardo Antonio Marras.
Il collezionista torinese ha confermato il nostro assioma durante una sua dichiarazione all’inaugurazione, affermando che «l’arte è stata una costante nella mia vita, spesso Carol Rama mi diceva “L’arte mi ha guarita”. Io non so se l’arte mi abbia guarito, con certezza posso affermare che mi ha fatto vivere meglio. L’arte continua a darmi emozioni e incessante curiosità. È l’impatto emotivo e coinvolgente che mi spinge ad acquisire un’opera».
Fino al 28 gennaio, tante le tele in mostra che Alpegiani da ricercatore infaticabile quale è ha collezioni dai primi anni Ottanta fino ad oggi, scandagliando tutte quelle correnti nazionali e internazionali. Tra le firme ci sono Paola Angelini, Stefano Arienti, Vanessa Beecroft, Nicolò Bruno, Zaza Calzia, Srijon Chowdhury, Jo Coda, Sylvie Fleury, Louis Fratino, Roberto Goffi, Roni Horn, Karen Kilimnik, Maria Lai, Bice Lazzari, Lalla Lussu, Jonathan Monk, Ruben Montini, Scott Myles, Catherine Opie, Mattia Ozzy B., Carol Rama, Rosanna Rossi, Matt Stokes, Annika Strom, Vibeke Tandberg e Sue Williams. «Gratitudine è il sentimento che mi lega ai collezionisti che stanno scegliendo di fare una parte del proprio viaggio nel mondo dell’arte con OELLE.
Renato Alpegiani, artista e collezionista innamorato e coinvolto, ci ha aperto le porte di un mondo in qualche modo onirico, con una generosità che appartiene a pochi esseri umani. Ha preso parte attiva a ogni passo che ci ha portato, insieme, a questa mostra e non ha esitato a coinvolgere un viaggiatore altrettanto generoso come Antonio Marras, un artista dai suoi “segni” inconfondibili», ha affermato Ornella Laneri, presidente di Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS.
Per Marras, invece, non servono presentazioni. Lui è il sardo della moda. Lui è anima pura e generoso ingegno. Lui è creatività senza confini anche nel trasformare tessuti in opere d’arte, come nel caso della sua esposizione “COMPARE SPARE” (2021).
Nei suoi dieci paraventi di dimensioni ambientali è possibile trovare stoffe recuperate, riprese da scartati e rifiuti e poi assemblate, ricamate, cucite come fossero strati di colori e materiali diversi. Come scrive FAM in catalogo «sono opere in cui trovano espressione i temi del non confine, di una sorta di non finito che lascia libertà espressiva carica di immaginario. Marras “cuce” insieme pezzi di stoffe che diventano basi per i disegni e i dipinti… un tenere insieme quasi a forza un non voler disperdere: la memoria, l’incanto, la solitudine, il mondo, il disagio, il corpo, il buio… Marras ha scelto l’ombra come materiale privilegiato… l’ombra che uomini e cose portano con sé…». Catania ne ha bisogno e tutti noi a seguire.
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