Non solo terra di mandorle, Nero d’ Avola, miele o limoni ma anche di Rum raccontato come “un rum eccellente che deve essere così“
In principio fu lo zucchero
Siamo sempre più abituati a pensare che tutto sia sempre stato così com’è ma in realtà, per secoli, nulla era così. La Sicilia è ricca di tradizioni e mestieri dimenticati che oggi con caparbietà ed entusiasmo, centinaia di uomini e donne, stanno riportando in vita. Tra questi c’è sicuramente Corrado Bellia che, ad Avola, ha riportato la coltivazione della canna da zucchero, unica in tutto il territorio nazionale, e, soprattutto, ha riavviato la produzione del rum in stile agricolo 100% Made in Sicily.
Nella “Pitrudda cu tri punti”, (La Sicilia, ndr) c’è una lunga tradizione di produzione di zucchero risalente all’800 d. C. quando gli Arabi introdussero la coltivazione della canna da zucchero. Una pianta che in Sicilia, favorita da estati caldi ed inverni miti, trovò il clima a cui adattarsi facilmente. Ma il vero boom si deve a Federico II di Svevia che potenziò la produzione arrivando dai trenta trappeti iniziali a circa quarantasei su tutta l’isola: con termini contemporanei, potremmo definirlo, “uno dei maggiori business della Sicilia”.
Lo zucchero, rigorosamente siciliano, era molto richiesto dalle corti sia nazionali che internazionali fino ad arrivare a quelle degli zar di Russia. Nonostante alcune battute d’arresto dovute alla concorrenza oltreoceano, il Feudo di Avola fu quello che riuscì a resistere nel tempo, grazie ai Marchesi Pignatelli Aragona Cortes, imparentanti con il Re di Spagna, che dal 1700 iniziarono a produrre Rum fermentando e distillando il succo di “cannamedda” in purezza.
Un sogno chiamato Avola Rum
L’ultima ed unica testimonianza di cannameleto ancora attivo in Sicilia ed in Italia è quello di Corrado Bellia (Direttore anche del Consorzio Mandorla di Avola). Gentile e determinato, è lui l’uomo che con coraggio e spirito è tornato, dopo 150 anni, a produrre il famoso Rum di Avola.
Avola Rum è un progetto che ha una storia di dieci anni iniziata ad Avola (Siracusa). Un sogno tenuto nel cassetto per tanto tempo che finalmente ha trovato la luce, utilizzando le canne da zucchero ricorrendo alle stesse tecniche raccontate dal botanico siciliano Giuseppe Bianca nella sua opera “Monografia agraria del territorio di Avola” del 1878 in cui descriveva meticolosamente la lavorazione, la fermentazione e la distillazione del Rum in uso da oltre 200 anni.
Le canne da zucchero oggi vengono raccolte tra dicembre e aprile e dopo essere state ripulite dalle foglie, vengono spremute.
Il succo ottenuto avvia il processo di fermentazione che serve a trasformare lo zucchero in alcol e, la sua durata, varia dai 4 ai 10 giorni con controlli continui. Trascorso questo periodo il succo fermentato viene inviato alla Distilleria Giovi, a Messina, per la distillazione. È stata scelta una distillazione in discontinuo dove si utilizza un alambicco a bagnomaria. Passati i giusti mesi di riposo Avola Rum è pronto per la vendita con un grado alcolico del 52%.
Un rum bianco senza aggiunta di caramello. Una scelta dello stesso Signor Corrado contrario ad apportare modifiche ad una sostanza che “deve essere così”. La sua massima espressione del territorio: aromatico, morbido, complesso ed intenso.
Oltre al rum oggi si producono anche biscotti, pesti, creme, vino ma soprattutto un rosolio alla mandorla, un vino aromatizzato alla mandorla ed un amaro.