Revelare. AGATA | rivive | IVLIA

da | Lug 15, 2025 | Catania

Il 17 luglio 2025, alle ore 18:00, si terrà presso il Museo diocesano di Catania, l’inaugurazione della mostra dal titolo “Revelare. AGATA | rivive | IVLIA”.

La mostra è stata allestita per celebrare il rientro a Catania della lapide di Iulia Florentina, che dal 1825 è conservata nei magazzini del Museo del Louvre e che d’ora in poi rimarrà in deposito presso il Museo diocesano di Catania.

L’epigrafe di Iulia Florentina fu ritrovata nel 1730 nella proprietà di campagna di Ignazio Rizzari, ubicata a Catania agli inizi di via Androne. L’iscrizione, definita dallo storico Peter Brown “uno dei resti più commoventi della tarda antichità”, racconta l’eccezionale storia di Iulia, una bimba di diciotto mesi nata a Hybla, l’odierna Paternò, e seppellita a Catania “davanti alle porte dei martiri”. La lapide rappresenta la prima testimonianza sicuramente databile oggi pervenuta della presenza a Catania del cristianesimo e del culto dei martiri, tra cui sant’Agata e sant’Euplio.

Il ritorno della lapide a Catania, fortemente auspicato da Mons. Luigi Renna, Arcivescovo Metropolita di Catania, è stato reso possibile grazie al contributo della prof.ssa Cristina Soraci, docente di Storia romana e di Storia della Sicilia antica all’Università di Catania, della dott.ssa Grazia Spampinato, Direttrice del Museo diocesano, e di Mons. Antonino La Manna, Vicario episcopale per la Cultura dell’Arcidiocesi di Catania.

Il progetto museografico è stato curato dagli architetti Giuseppe Amadore, Giovanna Cannata e Francesco Finocchiaro, quest’ultimo della Direzione Nazionale dell’Archeoclub d’Italia. Una proposta espositiva che ha lo scopo di emozionare lo spettatore, proiettandolo in un’atmosfera di intima contemplazione.

La mostra si inserisce nel solco delle iniziative culturali e divulgative, di significativa diffusione mediatica, organizzate negli ultimi anni dall’Archeoclub d’Italia – sede di Ibla Major, nonché dal Kiwanis club – sedi di Paternò e di Catania Est, volte a valorizzare l’importanza che l’iscrizione di Iulia riveste per la storia di Paternò, l’antica Hybla Major e del territorio etneo.

C’è grande soddisfazione per questo risultato scientifico e didattico. Un lavoro che ha radici antiche, dal prof. Santo Mazzarino negli anni ’50 a Mons. Gaetano Zito – più recentemente – che ha desiderato fortemente il rientro della lapide di Iulia. Oggi, nella chiesa di Santa Maria dell’Alto sull’acropoli di Hybla Major a Paternò, in via Androne a Catania e al Museo Diocesano di Catania saranno presenti i segni evidenti di questa storia, la testimonianza della prima cristianità, forse anche il mistero della sparizione e la grazia del ritorno..

Iulia è una bambina in odore di santità, afferisce alla realtà storica di un cristianesimo che muove i primi passi nell’area etnea. Una bambina che unisce Hybla Major (Paternò) e Catina (Catania), dopo secoli di dimenticanza”. Sono queste le parole di Angelo Perri, Presidente della sezione Archeoclub d’Italia a Paternò, che ha promosso qualche anno fa gli incontri culturali e le partnership con Angelo Corsaro, Lorenzo Asero ed Elio Garozzo, esponenti locali ed europei del Kiwanis etneo.

Per Francesco Finocchiaro è evidente che “Ancora una volta l’Archeoclub d’Italia è promotore e sostenitore di iniziative che hanno lo scopo di valorizzare l’identità culturale e il rientro dei reperti archeologici sparsi nel mondo come fu per la Venere di Morgantina. Ma questa è anche una storia tenerissima – a cui abbiamo fortemente – di una bambina, della sua famiglia convertita, del mistero della sepoltura fuori da Hybla Major, forse all’epoca una città ancora fortemente pagana. Iulia Florentina riapre – con il rientro della lapide originale – un nuovo ambito di ricerca che sembrava scomparso e rimette in evidenza la necessità di approfondire la storia di una città ancora poco conosciuto che può riservare grandi sorprese, e dimostra come la collaborazione tra associazioni, università e chiesa cattolica possono raggiungere risultati inaspettati.Ci aspettiamo questo, adesso, per Hybla (Paternò).

Il Presidente Nazionale dell’Archeoclub d’Italia, Rosario Santanastasio, evidenza come “tanti reperti devono rientrare in Italia come gli stessi Argenti di Paternò, conservati al Pergamonmuseum di Berlino” e in questo senso l’associazione è impegnata in diversi fronti, sostenendo le sedi locali virtuose con grande passione”.

La mostra sarà visitabile sino al 6 marzo 2026.