Circa due anni fa sette giovani donne e uomini di origine catanese decidono di dare vita a una realtà che generi un impatto positivo sul territorio attraverso la creazione di legami alternativi con il mare. È così che nasce Salmastra. Tra di loro c’è chi ha vissuto a Firenze, chi a Parigi, chi a Napoli e chi ancora si muove da un posto all’altro, tornando spesso nella città in cui ha trascorso l’infanzia.
La sede dell’associazione è a San Giovanni Licuti, dove portano avanti un dialogo intergenerazionale costante con l’Associazione pesca e mare, nata nel 2005. Grazie a questo scambio i ragazzi e le ragazze di Salmastra riescono a dare voce ai chi lavora da una vita in mare e ha molto da raccontare e tramandare.
Li abbiamo intervistati per i lettori di Livinginthecity.it
Quando nasce Salmastra e qual è l’origine del suo nome?
«L’Etna ha molti fiumi sotterranei che sono ricoperti dalla lava e sfociano poi nel mare. Ci sono molte fonti e l’acqua del porto è salmastra, cioè un incontro tra due acque, quella dolce e quella salata. I due pesci che abbiamo scelto per il nostro logo, infatti, rappresentano l’incontro tra realtà diverse. Avevamo e abbiamo il desiderio di aprirci ad altre realtà che abitano il territorio.
Lo sguardo con cui guardiamo Salmastra non è del tutto confinato dentro la città di Catania.
Guardiamo anche alle altre città di porto dell’Italia e dell’Europa, così che sia possibile uno scambio.»
Quali attività avete portato sul territorio fino ad ora?
«In occasione dell’inaugurazione, l’8 agosto 2022, abbiamo raccolto delle lettere aperte al mare per poi diffonderle in tutto il quartiere attraverso un QR code.
Abbiamo anche organizzato un laboratorio di scrittura creativa e di teatro di figura con lo scopo di ricostruire un immaginario sul mare, avvalendoci del linguaggio fantastico della fiaba.
Non sono mancati nemmeno i laboratori di upcycling! Il primo lo abbiamo svolto presso la sede di Trame di Quartiere, nella zona di San Berillo, in collaborazione con Avaja, un circolo ricreativo di design territoriale di Catania con il quale abbiamo utilizzato materiali di scarto e spazzatura per realizzare un manifesto personale.
Il laboratorio di falegnameria con Claudia la Giocattolaia, invece, ha coinvolto la comunità nella raccolta del legno abbandonato dai lidi, così da poterlo riutilizzare per costruire una grande installazione a forma di pesce.
Infine, con Maglia, realtà che organizza feste del riuso tessile, a partire da dai tessuti riciclati di varie forme e colori i partecipanti hanno dato vita a 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗮 𝗯𝗮𝗻𝗱𝗶𝗲𝗿𝗮 che raccontava la loro storia personale o del territorio.»
Perché avete scelto San Giovanni Licuti come vostra sede e a chi vi rivolgete?
«È il mare di quando sei piccolo, un mare che cambia e che è anche uno spazio comune, dal quale partire e ritornare. Quello del borgo in cui ci troviamo è l’unico che consente un accesso gratuito se vuoi fare un bagno in città, tutto il resto è privatizzato.»
La nostra generazione si è resa conto di non sapere quasi niente della realtà che vivono i pescatori, non c’è una memoria storica al riguardo. Noi non siamo esperti, miriamo ad occuparci dell’aspetto relativo all’educazione culturale e alla sensibilità ambientale. Ci piacerebbe rivolgerci anche alle scuole, a chi sta per partire.
Non vogliamo solo valorizzare il territorio siciliano, ma anche far conoscere ai locali quello che c’è fuori, perché non tutti hanno la possibilità di vivere fuori dalla Sicilia. Essendoci il fenomeno della fuga di cervelli qui non c’è molta internazionalizzazione».
Dove vi vedete tra cinque anni?
«Ci piacerebbe avere uno spazio grande nostro e, perché no, ambire a riqualificare uno spazio abbandonato. Per noi è fondamentale avere un impatto sulle persone. Vorremmo anche che quello che facciamo con Salmastra potesse diventare il nostro lavoro a tempo pieno, oltre ad ampliare sempre di più la nostra rete sociale.»
Info Utili:
Sono un circolo Arci con sede a San Giovanni Licuti 56/C.