Un momento di profonda unione, condivisione e riflessione ha segnato l’inizio della festa di Sant’Agata. Il sindaco Enrico Trantino ha lavorato intensamente in collaborazione con il Comitato della Festa di Sant’Agata e le altre istituzioni per garantire il successo dei festeggiamenti. Diverse ordinanze sono state emesse insieme a numerose misure di sicurezza per celebrare una delle feste più partecipate al mondo.
Oltre agli aspetti istituzionali, emerge un sentimento significativo nel cuore del sindaco, che si appresta a guidare per la prima volta i festeggiamenti in veste di primo cittadino. La sua scelta di non salire sulla Carrozza del Senato, concedendo spazio agli studenti e la consegna della Candelora d’Oro ad Antonio Presti, noto per il suo impegno a favore dei giovani, sottolineano un chiaro messaggio rivolto alle nuove generazioni.
Il coinvolgimento dei talentuosi ragazzi del Conservatorio etneo nella serata del 3 febbraio aggiunge un tocco speciale, evidenziando la centralità dei giovani in questa celebrazione.
Il contesto della festa quest’anno si intreccia con il ricordo di Don Pino Puglisi, particolarmente dedito alla pastorale giovanile. Durante tutti i festeggiamenti, la memoria di Don Pino sarà onorata, rafforzando il legame tra la festa di Sant’Agata e l’impegno per il bene delle giovani generazioni.
Il sindaco Enrico Trantino condivide le sue emozioni e il suo impegno per garantire il successo della celebrazione. Una festa arricchita da eventi culturali, musicali e sportivi, con un messaggio chiaro: il futuro di Catania è nelle mani dei giovani.
Sindaco quali emozioni accompagna la sua prima celebrazione in veste di primo cittadino?
«Sant’Agata rappresenta una tradizione profondamente radicata nel cuore dei cittadini catanesi, e guidare la città durante questa celebrazione è un grande privilegio. Mi impegnerò al massimo per assicurarmi che la festa sia un successo e che i festeggiamenti siano indimenticabili per tutti i cittadini. È un momento speciale per me, e sono determinato a lavorare duramente per il bene della nostra comunità durante il mio mandato.”
Quest’anno c’è un tema che emerge particolarmente, è quello della legalità. Mons. Luigi Renna con le sue parole è stato chiaro: “Non usiamo Sant’Agata per esibirci”. Qual è la sua opinione in merito?
«Condivido pienamente le parole di Mons. Luigi Renna sulla legalità durante le celebrazioni di Sant’Agata. È fondamentale che questa festa, così radicata nella nostra tradizione, non venga strumentalizzata o usata per fini diversi da quelli di devozione e coesione sociale. Come sindaco, mi impegno a garantire che l’organizzazione degli eventi legati a Sant’Agata rispetti appieno la legalità e che la festa sia un momento di unione e riflessione per la nostra comunità. La legalità è un valore irrinunciabile, e Sant’Agata deve essere vissuta con rispetto e senso di responsabilità da parte di tutti».
Quest’anno non salirà sulla Carrozza del Senato, lasciando spazio agli studenti e la candelora D’Oro è stata consegnata ad Antonio Presti, da sempre impegnato a lanciare un messaggio importante ai giovani di Librino. È il momento di parlare ai giovani catanesi?
Quale messaggio trasmettere attraverso una delle feste più seguite del mondo?
«La decisione di non salire sulla Carrozza del Senato e di consegnare la Candelora D’Oro a Antonio Presti è volta a dare spazio e voce ai nostri studenti e a coloro che stanno già contribuendo in modo significativo alla comunità, come Antonio Presti a Librino. Il futuro di Catania è nelle mani dei nostri giovani.
Il messaggio che vogliamo trasmettere è quello di coinvolgere attivamente i giovani nella costruzione del loro futuro, promuovendo valori di legalità, impegno sociale e solidarietà. Ho letto con grande interesse le idee dei ragazzi delle scuole partecipanti al concorso indetto dal Comune. Le loro proposte non solo riflettono la visione della Città Condivisa e Partecipata che abbiamo sempre sostenuto, ma sono anche un’ispirazione per tutti noi.
Catania è una città strana che vorrebbe quasi sottrarsi ai suoi cittadini nel momento in cui questi cittadini non la rispettano. Come abbiamo sempre detto, se noi manifestiamo devozione e rispetto a Sant’Agata è un grande atto di ipocrisia intellettuale non manifestare la stessa devozione sulla città protetta da Sant’Agata.
Spero che queste voci coinvolgano i loro coetanei, tutti i ragazzi catanesi affinché inizi un nuovo percorso, in cui la consapevolezza dal basso diventi il percorso per tutte le famiglie al punto da contagiare i genitori che sono più restii ad abituarsi alle nuove regole di decoro, alla cultura della differenziata a tutto quello che può rendere Catania straordinaria. Se riusciremo a convincere i nostri ragazzi a farsi promotori di questo cambiamento avremo vinto la nostra battaglia e ringrazieremo ancora una volta Sant’Agata per un ennesimo miracolo».
Oltre agli aspetti religiosi, la festa di S. Agata è spesso arricchita da eventi culturali, musicali e sportivi. Quest’anno scenderà in campo nel torneo S. Agata?
«Gli eventi culturali, musicali e sportivi che arricchiscono la festa sono fondamentali per coinvolgere la comunità in modo diversificato. Personalmente, credo che lo sport sia un mezzo straordinario per promuovere la sana competizione, la coesione sociale e uno stile di vita attivo. Fuori dagli impegni istituzionali, sono uno sportivo per cui è naturale la mia condivisione e il mio sostegno ad uno stile di vita sano e attivo per tutti i catanesi».
Da ragazzo e che è nato e cresciuto in questa città qual è il suo ricordo più bello di questa festa?
«Crescere a Catania significa essere immersi sin da giovani nelle tradizioni e nei valori che questa festa porta con sé. La processione, i colori vivaci, il profumo di cera e le voci dei cittadini devoti creano un’atmosfera unica. Uno dei momenti più indimenticabili per me è stato vedere la statua di Sant’Agata percorrere “l’acchianata” del fercolo in via Sangiuliano ed il canto delle suore di clausura, accompagnato dalla devozione e dalla partecipazione di tanti catanesi. È un ricordo che ha contribuito a forgiare il mio attaccamento a questa comunità e la consapevolezza dell’importanza di preservare le nostre radici culturali».