Sant’Agata – Il culto della Patrona di Catania a Palermo
Sarà capitato a tutti di visitare la bellissima ed elegante città di Palermo, la sua cattedrale, sobria all’interno e monumentale all’esterno è Patrimonio UNESCO dal 2015 nel sito “Palermo arabo-normanna” ed è considerata tra le più belle della Sicilia e d’Italia. Poste sopra i basamenti, sulla balaustra che cinge il sagrato, sono presenti le statue di sei sante. Tra queste vi è anche quella della amatissima patrona di Catania, Sant’Agata. Sono in molti a non conoscere le antiche radici che portano i palermitani ad avere sempre viva la fiamma d’amore per questa santa.
Sant’Agata, insieme a Santa Cristina, Santa Ninfa e Sant’Oliva furono le sante patrone della Città di Palermo, prima del ritrovamento delle ossa di Santa Rosalia, la “santuzza”, sul monte Pellegrino, nel 1624, evento in cui venne proclamata Santa Patrona.
La devozione per le quattro sante ancora oggi viene ricordata, sono in molti, che affidano loro parole di fede e momenti di preghiera.
A Sant’Agata sono dedicate quattro chiese: Sant’Agata La Pedata, Sant’Agata alla Guilla, Sant’Agata alle Mura, Sant’Agatuzza dei Caréri. Inoltre, sono innumerevoli i dipinti che la raffigurano, sparsi nelle chiese di Palermo e, una delle porte più antiche della città, Porta Sant’Agata, costruita in periodo normanno, è a lei titolata.
All’interno della chiesa di Sant’Agata La Pedata si conserva una roccia calcarea, custodita dentro una teca, si narra che, secoli fa, la Santa martire, lasciando Palermo, vi poggiò il piede per allacciarsi il sandalo e di conseguenza lasciò impressa sulla pietra stessa, miracolosamente ammorbidita, la sua orma.
Il culto di Sant’Agata nella Città Felicissima è ancora molto presente, le celebrazioni che la riguardano, dal tre al cinque febbraio, lo dimostrano e sono significative.
Quest’anno avvengono in modo ancora più partecipe e sentito.
In occasione del XXX anniversario del martirio di Don Pino Puglisi, avvenuto il 15 settembre del 1993, l’Arcidiocesi di Palermo ha proposto un calendario di iniziative dedicate alla figura del Beato. Lo scorso dieci gennaio Monsignor Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, ha consegnato a Monsignor Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, le reliquie del martire che resteranno in cattedrale fino alla conclusione della festa di Sant’Agata.
Proprio in questa occasione, Monsignor Lorefice, nella sua catechesi in preparazione alla celebrazione agatina, ha enunciato un significativo parallelismo tra il martirio di Sant’Agata e quello del beato martire don Pino Puglisi:
“Agata ieri e don Pino Puglisi oggi, ci testimoniano che un cuore amante di Dio, puro, integro, trasparente, casto, è il vero unico presupposto per superare l’egoismo di matrice idolatria che attanaglia i nostri stili di vita e le nostre relazioni. Questi due martiri della fede e della giustizia ci avvertono, altresì, che su questa frontiera interiore si gioca la nostra appartenenza a Cristo e il nostro concreto apporto alla costruzione della Casa comune – il pianeta Terra – e della Città che abitiamo, sempre più sdegnati da nuove forme di povertà, fragilità, dalla disgregazione sociale, dalle disuguaglianze, dall’illegalità, dall’ingiustizia, dall’indifferenza, dall’emarginazione e dalla violenza. Dall’avanzare del singolarismo e dalla cultura della morte.
Puglisi di Palermo e Agata di Catania sono stati crocifissi con Cristo, la loro memoria immette in noi energia di trasfigurazione e di resurrezione, nella nostra vita privata e di cittadini della casa Comune, del pianeta Terra, e delle nostre città, di Catania e di Palermo, di Paternò e Bagheria, di abitanti del nostri quartieri, di Librino e di Brancaccio.”
Per questo importante avvenimento e per i festeggiamenti agatini, il comitato ufficiale della festa di Sant’Agata ha promosso due eventi: un concerto del Coro Lirico Siciliano, avvenuto il 19 gennaio scorso nella Chiesa di San Camillo a Catania, diretto dal maestro Francesco Costa, direttore artistico e musicale e l’altro che si svolgerà il 3 febbraio in Piazza Duomo, dove lo stesso Coro Lirico Siciliano incontrerà la formazione orchestrale giovanile “Vincenzo Bellini”del Conservatorio etneo, diretta dal maestro Giuseppe Romeo.
Abbiamo avuto il piacere di ricevere le sensazioni vissute del maestro Francesco Costa:
“Ridare voce, emozioni e vita a una musica che sa di Sicilia, di mito, di trascendenza e soprattutto di deità, diventa impagabile; in una palpitante Catania si è celebrato Don Pino Puglisi, in occasione del trentennale della morte, attraverso l’arte delle arti: la musica.
Un vero e proprio “inno” di libertà, un “grido” corale per esorcizzare, attraverso la parola, il canto e la musica di eminenti compositori esclusivamente siciliani e appartenenti a generi ed epoche differenti, il timore e l’omertà e esaltare il rinnovamento e la rinascita.”
Sant’Agata ci dimostra che c’è un legame antico e molto forte tra Palermo e Catania, la connessione data dalla devozione è un invito alla fedeltà e al coraggio, segni di un’unione che continuerà a perpetuare nel tempo.
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