Il Four Points By Sheraton Catania Hotel, situato sulla splendida Costa dei Ciclopi di Acicastello, ha ospitato il Sicily Business Forum, il più grande evento dedicato al business del Sud Italia, arrivato alla sua seconda edizione.
Hanno partecipato centinaia di aziende per fare networking e confrontarsi, trarre ispirazione dagli ospiti d’eccezione e aggiornarsi grazie a una tavola rotonda con i grandi esperti dell’economia e del management italiani.
Organizzato da Plurimpresa in collaborazione con Performance Strategies, l’evento ha visto tra gli ospiti l’allenatore Fabio Capello, l’economista Carlo Cottarelli, già commissario per la revisione della spesa pubblica in Italia e direttore del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale, e infine Paolo Borzacchiello, esperto di intelligenza linguistica applicata al business.
In apertura i saluti del CEO & Founder di Plurimpresa Attilio Parisi:
“Sono sempre più necessari i momenti di ispirazione e di networking. Sono particolarmente orgoglioso di riscontrare, anche in questa seconda edizione, la partecipazione attiva di imprese, associazioni di categoria, professionisti e istituzioni che, con la loro presenza, dimostrano ancora una volta di condividere il valore di questo evento per il territorio, contribuendo alla creazione di un sistema virtuoso di relazioni, capace di innescare sinergie ed opportunità per le aziende e le nuove generazioni”.
Marcello Mancini, CEO & Founder di Performance Strategies, artefice insieme a Parisi dell’evento, nel corso del suo intervento ha messo l’accento sul contesto storico che stiamo vivendo, segnato da diverse crisi. Alla domanda su cosa sia necessario per attuare un cambiamento, dice: “Dobbiamo cambiare il mindset. Per questo, noi di Performance Strategies invitiamo le menti più brillanti del Paese con l’obiettivo di poter prendere spunto e contribuire al miglioramento degli attuali sistemi economici”.
Tra economia, finanza e sport, a moderare gli incontri è stata la giornalista Safiria Leccese, volto noto di Mediaset d attualmente conduttrice della trasmissione Super Partes.
Durante i vari panel sono stati trattati temi importanti come la sostenibilità, l’ambiente, le nuove opportunità di innovazione attraverso nuovi modelli di impresa e intelligenza artificiale.
Abbiamo intervistato Paolo Borzacchiello, scrittore, consulente e imprenditore italiano fra i massimi esperti di intelligenza linguistica applicata al business. Si occupa, da oltre quindici anni, di studio e divulgazione di tutto ciò che riguarda la scienza delle interazioni umane e in particolar modo il linguaggio. È tra i più quotati trainer e speaker nel mondo della comunicazione efficace finalizzata alla vendita ed è il co-creatore di HCE University.
“Il tema di base è questo: se io so davvero come funziona un’emozione, come si produce, come funziona il mio cervello, quali sono i miti e quali sono invece le verità, allora ho poi anche maggiori capacità di gestire me stesso e di applicare su me stesso tutto quello che serve per funzionare in modo più efficiente, se uso parole gentili con me stesso in automatico tenderò a comportarmi in modo gentile anche con gli altri e questo farà la differenza”. – afferma Borzacchiello.
“Abracadabra” una parola magica o un principio guida?
“Una parola magica che è un principio guida, io ce l’ho tatuata addosso, per ricordarmi cosa vuol dire questa parola: Io creo cose, così come parlo. Quindi, non solo è una parola magica, perché essa stessa fa magia, ma è il mio principio ispiratore. Ogni giorno mi ricordo, mi guardo il braccio e dico: cosa devo fare oggi? Devo ricordarmi che quando parlo creo la realtà.”
Da esperto linguista, quali parole dovremmo utilizzare per avere un impatto migliore sul nostro territorio?
“Forse vi deludo, ma non ne ho da consigliare. La parola dovrebbe sempre essere scelta in base al risultato che si vuole ottenere. Posso, però, consigliarvi di usare il meno possibile quel tipo di parole di cui vogliamo liberarci (mafia, corruzione, fuga di cervelli), perché più le usi, più le nomini, prendono vita e ti rimangono in testa.
Quindi la riflessione è: cosa volete che pensino di voi? Cosa volete ottenere? Come volete che la gente reagisca quando vi raccontate? E poi scegliete le parole da utilizzare.”
Nei tuoi libri scrivi: s’impara imparando. È più facile imparare dopo un fallimento o è più facile imparare lanciandosi delle sfide? Cosa dice la psicologia comportamentale?
“Dal punto di vista puramente psicologico, è più facile avere una motivazione chiamata ‘avversione alla perdita’, cioè la paura di perdere qualcosa ti porta a muoverti, di solito un po’ più intensamente rispetto al desiderio di guadagnare qualcosa. Questo, secondo la psicologia.
Mi sento comunque di dirvi che tutto dipende dal fallimento, dalla sfida, dall’atteggiamento di chi fallisce, dalla storia che ha alle spalle. Sono troppe le variabili per poter dare una regola univoca. Varia molto da persona a persona, qualcuno è più motivato dalla sfida, qualcuno un po’ di più dalle esperienze non positive che ha vissuto”.
Come si fa, nella vita di tutti i giorni, ad adottare un nuovo modo di scegliere le parole, giacché queste influenzano la nostra mentalità?
“Ci vuole tempo e ci vuole studio. Leggere tanto, studiare tanto, frequentare corsi, ci si deve impegnare. I miracoli gratis, che oggi tanto spesso sui social vengono proposti a suon di slogan, non funziona. Anche in questo caso, il concetto, la domanda da porsi è: come voglio stare?
Che tipo di parole utilizzano le persone che stanno nel modo in cui io, appunto, desidero stare? Voglio essere più sicuro di me? Che parole usano le persone che sono sicure? Voglio essere più contento? Che parole utilizzano le persone che sono più contente? Si legge, si studia e poi si inseriscono queste parole tutti i giorni, in una frase, in un messaggio.
È una questione di pratica e allenamento costante. Scelgo una parola come ‘grazia’ e la inserisco nei messaggi, nelle email, in un post su Facebook, in una storia su TikTok. Possiamo usarla anche fuori contesto, influenzaerà comunque il cervello e diventerà parte di noi.”
Il “pensiero controfattuale” è una trappola?
“Non necessariamente. Controfattuale vuol dire contro i fatti. È una trappola nella misura in cui noi pensiamo alle cose che sono successe e ci chiediamo: cosa sarebbe successo se…?, se io avessi detto…?, se io avessi fatto…? Si perde tempo a rimuginare, ma ormai il problema esiste.
Diventa interessante il controfattuale se ti sfidi a pensare contro quello che magari è il fatto oggettivo. Quindi chiedersi: e se io facessi… E se io invece andassi… E se io invece provassi a fare questa cosa…, in questo caso è sempre controfattuale, ma proiettato al futuro. È bello, perché ti sfidi e funziona.
C’è una parola che suggerisci ai giovani siciliani?
“Cos’altro. Mi è venuta in mente d’istinto, perché molto spesso noi, in generale, e alcuni territori in modo particolare, sono un po’ vittime della loro storia, fanno fatica a sganciarsi, ad andare oltre, e quindi chiedersi tutte le mattine: cos’altro? Cos’altro posso pensare? Cos’altro posso fare? In che altro modo posso raccontarla?
E se, come afferma l’esperto, vale la teoria ‘Chi domanda comanda’, possiamo provare, attraverso questo tipo di domande, facendo autoanalisi, a comandare il nostro cervello attraverso la scelta di parole positive, che innescano quel mix ormonale di serotonina e dopamina tale per cui, cambia l’umore e il nostro modo di agire.”
Paolo tornerà a Catania il 29 aprile 2024 al Teatro ABC per una nuova performance dal titolo “Bada a come parli”.
Le parole creano mondi, e se vogliamo vivere in un mondo armonioso, occorre saper scegliere parole belle, che narrano la bellezza della nostra Sicilia, così ricca di storia, cultura e arte.
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