Quarta edizione della Biennale promossa (e autofinanziata) da Officina SocialMeccanica: dal 14 al 16 giugno fitto programma di performance, workshop e tavola rotonda
Il teatro sociale è l’espressione scelta da numerose realtà per catalizzare il cambiamento. Le performance rappresentano il culmine di un percorso di ricerca, scoperta e relazione tra gli attori e il contesto: lungo il viaggio si intersecano valori, criticità, resistenze e a volte si traccia il futuro di un territorio.
La quarta edizione della Biennale di Teatro Sociale – autofinanziata da Officina SocialMeccanica – accoglie e potenzia lo stretto vincolo tra il teatro, gli individui, i gruppi e le intere comunità, con particolare riferimento alle fasce sociali a rischio di esclusione sociale. Il Festival si svolgerà il 14, 15 e 16 giugno a Catania per offrire alla città e al pubblico siciliano spazi e momenti di incontro, scambio, crescita. La tavola rotonda – in coprogettazione con il Centro dei Servizi per il Volontariato Etneo – i workshop e le performance, con la presenza di compagnie, formatori e studiosi del panorama nazionale, consentiranno l’esplorazione di pratiche, dibattiti, riflessioni, visioni ed esperienze teatrali.
«L’impegno dei volontari è alla base del successo di questo Festival – spiega Mariagiovanna Italia, fondatrice di Officina SocialMeccanica – abbiamo costruito una rete che valicasse i confini della nostra città e della nostra regione, tessendo connessioni tra diverse realtà teatrali impegnate nel percorso di sviluppo delle comunità. Per l’edizione 2024 fermeremo l’attenzione su un tema che ci riguarda tutti: “Alla ricerca del tempo“, viviamo alla velocità della luce, ma la sfida spesso ardua è riuscire a trasformare l’emergenza in urgenza, politica e sociale: il teatro contribuirà ad accendere i riflettori sulla consapevolezza di quanto sia necessario distinguere ciò che quotidianamente siamo spinti a dover fare per rispondere all’emergenza, dal tempo dedicato a ciò che urge e conta davvero».
Quando la scena diventa lo strumento per innescare processi trasformativi, l’azione teatrale non è solo creativa ma socioculturale: la regia, la sceneggiatura, l’espressione artistica si rivelano in quanto forme di rivoluzione e atti di libertà capaci di evidenziare verità e di incidere sul contesto di chi le crea, uomini e donne non attori ma che condividono temi e questioni e le affrontano su un piano creativo, e del pubblico che ne beneficia.
Il programma del Festival etneo coinvolge gruppi teatrali, operatori di Teatro Sociale, ricercatori, formatori impegnati nel territorio siciliano e nazionale.
Le performance, gli incontri e i workshop sono aperti a tutti, alcuni sono già sold-out, per partecipare è necessario prenotare online su https://form.jotform.com/241394591153054, i contributi di iscrizione saranno interamente a sostegno del Festival.
Le attività si svolgeranno al Bastione degli Infetti, alla Chiesa di San Nicolò l’Arena, alla Legatoria Prampolini, allo Spazio Clatù, all’Istituto Ardizzone Gioeni e all’Oratorio Salesiano San Filippo Neri.
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