Sono giorni in cui quanto è accaduto (e accadrà) oltreoceano rimbalza, intasa, soffoca, prima la mente e poi il feed dei social.
Gesti plateali, reminiscenze di violenza, espressioni sguaiate adombrano la speranza che ci sia ancora spazio per il rispetto delle libertà, e uso il plurale non casualmente.
Cammino per le stradine di Modica Alta, il fresco di questa Sicilia orientale mi accompagna, mentre raggiungo ragazzi e ragazze che, quella speranza, la riaccendono con l’entusiasmo di un progetto di Resistenza: “Bedda Ciao” si concretizza sabato 25 gennaio, a Modica.
Li incontro, li ascolto – non è buio pesto, non qui – mi dico, sorrido.
È nato tutto con una frase, quasi per caso. « Perché non organizziamo qualcosa per il 25 aprile?» Da questa domanda ha vita Bedda Ciao.
L’idea è quella di unire associazioni, cittadini e cittadine, a partire dall’80° anniversario della Resistenza che, caso vuole, sia capitato in un periodo nero, di grande preoccupazione. Vogliamo non passi inosservato, anzi, che nasca un processo di sensibilizzazione con cui svegliare la nostra città e farlo a partire dai fondamenti della Resistenza, che non hanno colore partitico. L’auspicio è, infatti, coinvolgere chiunque lo desideri, chiunque si senta chiamato e chiamata a volerci essere.
Abbiamo ripreso il valore delle lunghe riunioni tutti insieme, controcorrente con la modalità dominante di oggi, in cui tutto è immediato, rapidissimo e virtuale. Vogliamo partire dal basso, vivere il tempo che serve per metabolizzare, condividere, sentire gli spunti reciproci e creare momenti di presenza.
Che la democrazia sia immune alle sollecitazioni di stanchezza, indifferenza e noncuranza è illusione, questi tempi ce lo stanno dimostrando con lo strumento più crudo e sincero che esista: il presente.
La Costituzione Italiana, dall’antifascismo ha la sua origine e, di conseguenza, la sua espressione.
L’iniziativa di “Bedda Ciao” si chiede: in che modo ritrovare in quel testo un nuovo sguardo? In che modo ritrovare da quelle parole (tutt’altro che “solo parole”) una nuova reciprocità relazionale?
La Costituzione non è dietro di noi ma è davanti a noi, la dobbiamo rincorrere, per non lasciarcela scappare.
Sabato 25 gennaio, dalle 19.30, partiamo con il primo di una serie di eventi che ci accompagneranno fino al 25 aprile. Il tema da cui iniziamo è il Meridione con un’analisi approfondita su più fronti, guidati da Giuseppe Provenzano, deputato ed ex Ministro per il Sud e la coesione sociale, Luca Bianchi, direttore generale dello SVIMEZ, Graziella Priulla, docente universitaria dell’Unict, sociologa della comunicazione e della cultura.
Vogliamo superare l’astrattezza dei valori per far vedere che proprio quegli strumenti che la Costituzione ci mette in mano in realtà ci servono per cambiare il presente, a partire dal nostro territorio.
Condividere è un verbo che ha accusato il colpo della deriva individualistica in cui tutti siamo immersi. Allora forse, da questo verbo tocca ripartire per riempirlo di una comunità che ha bisogno di tornare ad essere vigile, reattiva.
È come se avessimo intercettato un’esigenza, come se finora fosse mancata la possibilità di espressione dei valori dell’antifascismo, della libertà. Più di quindici sono le realtà associative che hanno immediatamente aderito all’iniziativa, un numero che cresce nel corso dei giorni e si spera allarghi presto il suo perimetro.
Ogni realtà troverà il suo modo di dare una forma propria, andando a colmare i vuoti reciproci. Il desiderio è essere complementari gli uni con gli altri e tirare fuori, a partire dal basso, una rivendicazione di libertà e di coesione sincera.”
Ad ospitare il primo capitolo di questa iniziativa, la chiesa di San Nicolò ed Erasmo, a Modica Alta.
La partecipazione è gratuita. In seguito ai dialoghi con gli esperti, ci sarà il concerto a cura di Claudio Covato, cantautore siciliano, la videoproiezione del libro fotografico “Grano – straordinaria normalità” di Francesco Ruta, momenti accompagnati dalla cucina itinerante di Manicò.