Un continuo susseguirsi di contraddizioni, Catania è fatta così: strade barocche a pochi passi da campagne sterrate, storici palazzi pomposi con all’interno stanze abbandonate e derubate dei loro cimeli preziosi, “una città baciata dalle divinità ma quotidianamente offesa da una parte dei suoi abitanti”, scrive l’autore Salvatore Giglio nell’introduzione del suo libro “Il cielo sopra Bellini”.
Contraddizioni che riguardano un po’ tutta la Sicilia e noi siciliani le fronteggiamo da diversi secoli.
Na parla anche Giusy Sciacca nel suo libro “D’amore e di rabbia”, le cui vicende si alternano tra raffinati palazzi nobiliari e umili botteghe gestite da sindacalisti nella Sicilia degli anni ‘20.
La protagonista della storia è Amelia, giovane nobildonna catanese “fuori posto” per il tempo in cui vive. Rinuncia alla sua posizione sociale per fuggire dalle malelingue della città e stabilirsi a Lentini. Si rifugia in un antico palazzo nobiliare, tra le braccia di un barone che non ama, pur di non finire in strada senza un lavoro e senza un marito.
Il libro ci mostra diverse tappe del biennio rosso in Sicilia, gli anni del primo dopoguerra, caratterizzati da una serie di lotte tra la nobiltà latifondista e i braccianti.
Non mancano, quindi, chiari ed espliciti riferimenti storici, che prendono vita tramite i personaggi del libro. Spicca soprattutto il comizio tenuto da Maria Giudice – sindacalista e madre della scrittrice Goliarda Sapienza – nella piazza centrale di Lentini, quando la polizia sparò e uccise due donne.
“D’amore e di rabbia” è uno di quei libri che, con una trama avvincente, ci guida fra avvenimenti realmente accaduti, in spazi e tempi descritti con tanta minuzia che sembra di vivere nelle pagine del romanzo.
Un libro da visitare indietro nel tempo, nella Catania liberty elegante e raffinata. Fin dai primi capitoli, infatti, l’autrice ci permette di passeggiare a braccetto con la protagonista per il centro storico della città, scoprendo meravigliose attività commerciali ormai non più esistenti, tra cui:
- l’antica pasticceria svizzera Caviezel, fondata da Alessandro Caviezel che, insieme all’amico Ulrico Greute e con l’aiuto della famiglia Caflisch, aprì la pasticceria in Via Etnea;
- il Gran Caffè Lorenti, dallo stile eclettico-liberty di gusto classico–barocco. Si trovava all’interno del Palazzo Tezzano in via Etnea 141. Chiuse nel 1943 poiché venne danneggiato dai bombardamenti;
- il Caffè Sangiorgi, che si trovava all’interno del Teatro Sangiorgi, in via Antonino di Sangiuliano. Il complesso, nel momento di maggiore splendore, oltre a due teatri, includeva un caffè-bar, un ristorante, un albergo e il grande salone per i film;
- Palazzo Beneventano, da cui deriva il cognome di uno dei protagonisti del romanzo. Fu realizzato tra gli anni settanta e ottanta dell’Ottocento per il barone Giuseppe Luigi Beneventano, in uno stile che si ispira all’Eclettismo. Fu uno dei pochissimi palazzi del centro storico ad essere salvato dalla demolizione parziale del vicino quartiere di San Berillo negli anni cinquanta, quando fu acquistato dal Banco di Sicilia. Oggi ospita eleganti appartamenti per turisti.
Giusy Sciacca ce ne parla in questa intervista 👇
Trovi “D’amore e di rabbia” di Giusy Sciacca, edito da Neri Pozza (2023), in tutte le librerie.
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CREDITS
Location dell’intervista: Borgo Nocchiara, SP95, Villasmundo (SR)
Video: Marco Foti e Francesco Fazio