Una mostra di architettura sacra dal titolo “Le fabbriche del divino, organizzata dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti di Catania insieme al Parco Archeologico di Catania e alla parrocchia di Santa Barbara di Paternò.
Un evento alla sua III edizione, inserito come sempre all’interno delle festività di Santa Barbara (3-4-5 dicembre), santa patrona di Paternò e protettrice anche degli architetti
Una “call for project” a cui hanno partecipato architetti iscritti all’Ordine di Catania ha dato vita alla mostra di architettura: “Le fabbriche del divino” – che punta i riflettori sul paesaggio sacro e che richiede riflessioni e sensibilità spiccate – in occasione delle celebrazioni della festa di Santa Barbara a Paternò sarà esposta alla torre Normanna. La mostra è stata realizzata all’interno della Cappella di San Giovanni, sull’acropoli di Hybla Major a Paternò, e sarà visitabile fino all’11 dicembre, dalle ore 9 alle 13 tutti i giorni.
L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, è organizzata da Ordine e Fondazione degli Architetti di Catania, in collaborazione con il Parco Archeologico di Catania e delle ACI, con la parrocchia di Santa Barbara di Paternò e con il patrocinio dell’Archeoclub d’Italia, sezione Ibla Major.
Un evento che unisce e offre l’opportunità per un confronto sull’architettura e l’arte sacra, offendo allo spettatore opere progettate e realizzate negli ultimi decenni.
«L’evento inserito all’interno delle festività di Santa Barbara (3-4-5 dicembre), Santa Patrona di Paternò e protettrice anche degli Architetti – ha affermato Veronica Leone, presidentessa dell’Ordine degli Architetti PPC di Catania – unisce e offre l’opportunità per un confronto sull’architettura e l’arte sacra e presenterà ai visitatori le opere progettate e realizzate negli ultimi decenni». «Approfondire il tema del Sacro in Architettura – ha dichiarato Eleonora Bonanno, presidentessa della Fondazione Ordine Architetti PPC di Catania – è la volontà alla base di una riflessione che va oltre le appartenenze confessionali: le ricerche, i concorsi, i progetti mai realizzati e quelli che invece sono venuti alla luce costituiscono un tesoro di conoscenza e sensibilità che va esposto, ammirato e condiviso: questa la finalità della Mostra “Le Fabbriche del Divino”, glossario di risposte di quegli architetti che si sono interrogati sul rapporto tra l’uomo e il divino».
Martedì 10 dicembre la conferenza sul tema “Rapporto tra le bucature nell’architettura e il paesaggio” si svolgerà nella chiesa-santuario di Santa Barbara. E la rivista THEMA, a conclusione della mostra, raccoglierà i numerosi progetti e pubblicherà uno speciale per celebrare l’evento.
Il legame tra Barbara e gli architetti è da ricercare nel racconto agiografico della santa. La stessa chiede di poter aprire due nuove finestre nella torre in cui è rinchiusa. Sono proprio gli architetti che realizzano questo intervento e quindi che riconfigurano il significato iconologico dello spazio sacro. La necessità di Barbara era quella di trasformare una finestra esistente in un messaggio teologico, da uno a tre bucature per rappresentare la santa trinità
Ma nello stesso tempo, questa realtà mitologica, è il pretesto per fare una riflessione più ampia sul significato allegorico che sottende. La torre come luogo dell’abitare, recinto, prigione, nella misura in cui non si relaziona con l’ambiente. Una finestra come dispositivo indispensabile per la sopravvivenza ma non sufficiente per vivere. Una cella ha solo una piccola finestra, dentro uno spazio senza prospettive, senza visuali. È una condizione disumana che dobbiamo negare e per questo serve una soluzione. Barbara invece decide di vedere, di guardare, di trovare nuove direttrici. La santa manifesta la volontà di cercare nuove vie nel rapporto tra lo spazio interno ed esterno. Non solo funzionali ma anche simboliche. Propone un rapporto complementare tra la natura e l’uomo, tra la terra e il cielo. Propone relazioni e contaminazioni culturali.