Ritorno al passato con le neviere dell’Etna: la Sicilia tra storia, cultura e tradizioni
La Sicilia, soprannominata la perla del mediterraneo, cela preziose tradizioni e usanze che raccontano la storia del territorio, tramandate di generazione in generazione nel corso dei secoli.
La conservazione e la valorizzazione di queste preziose tradizioni contribuiscono a tenere viva l’essenza e le peculiarità della nostra terra.
Per questo oggi vogliamo raccontarvi la storia di un vecchio mestiere siciliano che in pochi conosceranno o che avranno ormai dimenticato: l’antica professione dei nivaroli.
La Sicilia fino al XVIII secolo è stata tra i primi produttori di ghiaccio in Europa, motivo per cui nacque intorno all’XI secolo il mestieri dei nivaroli, i quali si occupavano di raccogliere, lavorare e conservare la neve.
Le neviere dell’Etna, tesori da preservare
Per conservare cibi alterabili, medicinali o bevande estive, l’uomo utilizzava la neve, che veniva raccolta durante i mesi invernali e conservata in luoghi freschi sull’Etna all’interno delle neviere.
Le neviere erano grandi grotte vulcaniche naturali o artificiali, profonde fino a 10 metri. La struttura circolare era dotata di due aperture, una in cima per il carico della neve e una laterale per l’estrazione della neve trasformata in blocchi di ghiaccio.
L’ingresso laterale era sempre rivolto verso il nord per evitare che il sole sciogliesse il ghiaccio conservato al suo interno ed era circondata da alberi per mantenere l’ombra e proteggere ulteriormente le neviere dal calore.
Con grande abilità e conoscenza del territorio, i nivaroli sceglievano le migliori aree per erigere le neviere, spesso sfruttando cavità naturali nelle zone più remote e difficilmente accessibili alle pendici dell’Etna.
Le antiche pratiche dei nivaroli lungo i pendii dell’Etna
I nivaroli durante i mesi invernali, si trasferivano sulle pendici dell’Etna in dimore provvisorie e suddivisi per gruppi in base alla mansione che essi ricoprivano.
Alcuni operai si dirigevano nelle cime più alte durante le nevicate per raccogliere la neve e trasportarla nelle neviere, mentre altri la comprimevano e la trasformavano blocchi di ghiaccio per l’utilizzo futuro.
Per impedirne lo scioglimento, la neve veniva alternata e ricoperta a strati di paglia. Dopo il riempimento di tutte le fosse i lavoranti venivano licenziati, ad eccezione di un operaio che rimaneva ad occuparsi della sorveglianza e della vendita del ghiaccio.
Infine, nei mesi estivi, gli stessi nivaroli o i mulattieri durante le ore notturne trasportavano i blocchi di ghiaccio dalla montagna alle città.
Agli inizi del ‘900, con l’invenzione e la diffusione del ghiaccio industriale e dei frigoriferi, per una questione di praticità e comodità questo mestiere si perse col passare degli anni.
Nonostante il mestiere dei nivaroli sia ormai diventato obsoleto, ancora oggi vi è l’opportunità di visitare le antiche neviere dell’Etna, dove è possibile trovare testimonianze delle antiche pratiche di conservazione della neve.
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