A Catania la presentazione del progetto SWEET SPOT STRATEGY per raccontare le aziende oltre i bilanci e il fatturato.
Raccontare un’azienda basandosi su fatturato e risultati economici generati è il modo più comune di farlo; oggi più che mai risulta limitante, perché le aziende sono dei microcosmi in cui gli asset economici e finanziari rappresentano solo una parte del valore d’impresa: le persone, la cultura di un brand, la mission, l’impatto sociale, la reputazione e le relazioni sono un capitale – spesso – inespresso, eppure in grado di generare ricchezza. Una ricchezza che riverbera e si riflette su tutto il territorio.
Da questo presupposto, maturato dopo anni di ricerca, di studio e di lavoro, è nato il progetto Sweet Spot Strategy. Dall’intuizione di Santina Giannone, founder di ReputationLab e sviluppato insieme a tutto il team dello studio di consulenza di comunicazione con sede a Siracusa, con l’affiancamento di Gianni Cataldi, business analyst ed Ethics4Growth, altra realtà made in Sicily ma con una vocazione internazionale, punto di riferimento nella consulenza sulla sostenibilità, grazie al sostegno di un bando della regione Siciliana.
Più di 1400 ore, 10 aziende coinvolte, 15 interviste in 7 città, 4 province siciliane attraversate, più di 1000 km percorsi, un evento con oltre 60 partecipanti tra imprenditori, professionisti, curiosi: sono questi i numeri del progetto condensati in un documentario e una pubblicazione che raccontano la Sicilia migliore, quella “che piace”, quella delle imprese che guidano un cambiamento silenzioso, forse ancora lento, ma necessario, del tessuto imprenditoriale dell’isola.
Spesso a fare notizia sono i venture capital, le acquisizioni da parte di gruppi di major, i traguardi economici di business, ma c’è una trasformazione meno evidente che sfugge agli occhi di molti, eppure plasma la crescita aziendale che si muove sulle gambe ESG, (Environment, Social, Governance) una sigla che guiderà sempre di più le politiche aziendali verso la sostenibilità d’impresa e l’impatto positivo.
Sweet Spot Strategy è nato proprio come risposta a queste necessità: il Sud e la Sicilia, in particolare, sono vittime di bias e di stereotipi che li vogliono come terre belle, ma non attrattive da un punto di vista lavorativo. “Bella sì, ma non ci lavorerei”. Una tendenza che non rende giustizia a chi, invece, quotidianamente si impegna per invertire la rotta, come le dieci aziende protagoniste del documentario.
La notizia, invece, è molte volte l’azienda stessa con il suo significato, il suo purpose e la sua missione per essere attori del futuro.
Da qui l’intenzione del team di progetto di realizzare l’evento di presentazione di Sweet Spot Strategy a Piazza Scammacca, il primo mercato urbano della città di Catania, immaginato anche come un momento di networking per le imprese e il territorio, l’occasione per conoscere, condividere e mettere a sistema nuove idee e costruire la base per un futuro imprenditoriale migliore che parta proprio dalla Sicilia.
“L’inizio di un percorso” che punta a portare nelle università, nelle scuole e nelle associazioni di categoria una nuova modalità di racconto delle imprese, per favorire la consapevolezza che si apre una nuova fase per le aziende in cui le risorse immateriali saranno motivo di scelta da parte dei partner e dei clienti.