Trame di quartiere affonda le sue radici nel 2011, quando un gruppo di ricercatori dell’Università di Catania decide di avviare un progetto di community mapping, ovvero di confronto tra la situazione fisica e sociale del quartiere di San Berillo, prima e dopo la demolizione.
Il lavoro di riscoperta di questo patrimonio dà vita nel 2013 alla costituzione del Comitato Cittadino di San Berillo, che vede ricercatori e abitanti del quartiere unirsi per comprendere bisogni e desideri di chi ci vive. Dopo due anni, nel 2015, viene fondata l’associazione di promozione sociale Trame di Quartiere, grazie al finanziamento derivante dalla vincita del contest Boom – Polmoni Urbani.
I primi anni di attività dell’associazione hanno l’obiettivo di coinvolgere i cittadini e contrastare la retorica diffusa di “quartiere degradato”, dando voce a chi lo abita e mostrando sia le criticità che gli elementi di valore.
Abbiamo intervistato chi lavora dietro le quinte dell’associazione per i lettori e le lettrici di Livinginthecity.it.
Cosa significa abitare il contesto di San Berillo e quali sono le parti coinvolte nell’iniziativa?
«Trame oggi è costituito da un gruppo di lavoro interdisciplinare che promuove e facilita pratiche di azione e di ricerca sul territorio nell’ottica di porre le basi per una trasformazione urbana. Abbiamo l’obiettivo di contribuire a creare una città inclusiva e coesiva, che concepisca e valorizzi la diversità come risorsa.
Abitare il contesto di San Berillo, caratterizzato da marginalità sociale, ci permette anche di confrontarsi con questioni cruciali per la città di Catania, come lo sono l’accesso alla casa, ai servizi e l’aumento del patrimonio abbandonato. Tra gli obiettivi c’è anche quello di stimolare l’Amministrazione Pubblica a rispondere delle criticità esistenti e contribuire ad alimentare un attivismo civico organizzato».
Portate avanti diversi progetti che creano valore sul territorio, ce ne menzionate alcuni?
«Nel 2018 è stato avviato il progetto “SottoSopra: abitare collaborativo” con Oxfam Intercultura e i partner Diaconia Valdese, Sunia, Impact Hub e Comune di Catania, con l’intenzione di contrastare la povertà abitativa e relazionale, oltre a voler rendere le persone consapevoli e attive nella creazione del proprio contesto abitativo.
Ci si impegna, inoltre, a rispondere alla povertà multidimensionale attraverso il recupero di una parte dello storico Palazzo De Gaetani e l’attivazione di servizi di prossimità.
Il progetto ha consentito, infatti, di migliorare sismicamente l’immobile ed implementare il
recupero degli spazi interni, dando vita a due attività oggi centrali per Trame: l’housing sociale e la caffetteria “Trame Cafè” con servizi di prossimità. La caffetteria rappresenta un punto di riferimento in grado di essere un luogo di ascolto e monitoraggio dei bisogni che gli abitanti hanno.»
I cittadini di quali servizi possono usufruire rivolgendosi a Trame di quartiere?
«Trovano uno spazio in cui condividere un pranzo o un caffè, proporre e partecipare a diverse iniziative culturali e dibattere su temi che riguardano la città, la narrazione territoriale, l’educazione al patrimonio e l’interculturalità. C’è anche la possibilità di partecipare a laboratori di mappatura e fare passeggiate urbane nel centro storico.
Non solo, il nostro spazio espositivo ospita la mostra permanente “Narrazioni”, che rappresenta un luogo fisico divulgativo e didattico sulle trasformazioni della città, a cui alterniamo esposizioni temporanee, curate in collaborazione con altri partner del territorio.
Da due anni è stata anche creata la rete di quartiere “San Berillo NET” in cui sono coinvolte realtà del terzo settore. Grazie a questa rete è stato possibile attivare degli sportelli settimanali presso la nostra sede: lo sportello lavoro a cura di Diaconia Valdese, lo sportello sociale e antitratta a cura di Penelope, quello di accompagnamento e difesa dei diritti dei migranti a cura del Centro Astalli e lo sportello sanitario a cura di Terra Amica Onlus.»